Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/78

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curano; anco sonno contenti di vederli puniti come nemici miei. In neuna cosa si scordano da me : e’ desidèri loro sonno pieni.

E1 desiderio de’ beati è di vedere l’onore mio in voi viandanti, e’ quali séte peregrini che sempre corrite verso il termine della morte. Nel desiderio del mio onore desiderano la salute vostra, e però sempre mi pregano per voi. E1 quale desiderio è adempito da me dalla parte mia, colá dove voi ignoranti non ricalcitrante alla mia misericordia. Hanno desiderio ancora di riavere la dota del corpo loro; e questo desiderio non gli affligge non avendolo attualmente, ma godono gustando per certezza che egli hanno d’avere il loro desidèrio pieno; non gli affligge però che non avendolo non lo’manca beatitudine, e però non lo’dá pena,

E non ti pensare che la beatitudine del corpo doppo la resurrezione dia piú beatitudine all’anima. Ché se questo fusse, seguitarebbe che infine che non avessero il corpo avarebbero beatitudine imperfetta; la qual cosa non può essere, però che in loro non manca alcuna perfezione. Si che non è il corpo che dia beatitudine all’anima, ma l’anima dará beatitudine al corpo : dará dell’abondanzia sua, rivestita nell’ultimo di del giudicio del vestimento della propria carne la quale lassò.

Come l’anima è fatta immortale, fermata e stabilita in me; cosi el corpo in quella unione diventa immortale, perduta la gravezza e fatto sottile e leggiero. Unde sappi che ’l corpo glorificato passarebbe per lo mezzo del muro. Né il fuoco né l’acqua non l’offendarebbe, non per virtú sua ma per virtú dell’anima. La quale virtú è mia, data a lei per grazia e per amore ineffabile col quale Io la creai alla imagine e similitudine mia. L’occhio dell’ intelletto tuo non è sufficiente a vedere, né l’orecchia a udire, né la lingua a narrare, né il cuore a pensare il bene loro.

Oh quanto diletto hanno in vedere me che so’ ogni bene ! oh quanto diletto avaranno essendo col corpo glorificato ! El quale bene ora non avendo, di qui al giudicio generale non hanno pena, perché non lo’ manca beatitudine, però che l’anima è piena in sé. La quale beatitudine participará col corpo, come detto