Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/262

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262 clerno Bene ci doviamo disponer

a portar volontariamente ogni pena e fatica: questa è una arme di tanto diletto e fortezza, che nè dimonia, con diverse c molle tentazioni, nè le creature con scherni ed ingiurie che*ci facessero, non ci possono tollero la fortezza, nè il diletto che riceve l’anima nella dolcezza della carità; anco !’ anima che così dolcemente è armata, percuote loro, perocché le dimonia, trovando l’arme della fortezza nell’anima nelle battaglie che elli le dà, vede che con allegrezza le riceve per odio santo che ha di sè medesima, e per desiderio che ha di conformarsi con Cristo crocifisso, e portare pene e fatiche per lo suo amore, 0 vede che con dilezione d’amo,re del suo Creatore le spregia, cioè che con là volontà non consente a veruna illusione sua;.unde di questa fortezza che’l dimoino trova e vede in. quella anima, n’ ha pena, e vedesene rimanere sconfitto, e l’anima si rimane piena della divina grazia tutta affocata u amore e. inanimata alla battaglia a combattere per Cristo crocifisso. Sicché vedete, carissimo figliuolo, che con la fortezza percuoterete loro, e dico, che percuoterete il mondo con tutte le sue delizie, e le creature che vi volessero perseguitare iu qualunque modo si fusse, sostenendo con la dilezione della carità, con vera e santa pazienzia; e con la pazienzia e con la carità lo’ gittarete carbone accesi d’amore sopra i capi loro, che per forza d’amore si placarà l’ira e la persecuzione loro. Molto ci è dunque necessaria questa «irme, perocché senza essa non potremo resistere. La battaglia non potiamo noi fuggire, mentre che siamo nel corpo mortale, in qualunque stato la persona si sia; e ciascuno le porta in diversi, modi, secondo che piace alla bontà di,Dio di darle; unde se la persona non è armata riceve il colpo della impazienzia e riceve it cólpo del diletto di consentire volontariamente, 0 non ripara a colpi «delle molte battaglie che’1 dimonio gli dà,- e 1 così ne rimane morto, rimanendo