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V. — LE METEORE LUMINOSE. 37

Ogni anno, dal 9 al 13 di agosto, si nota un maggior numero di cadenti (Perseidi), le quali, dotate di identici caratteri fisici, divergono senza eccezione dallo stesso punto del cielo nella costellazione di Perseo. Ogni anno, dal 19 al 23 di aprile, si ripete una mediocre pioggia di cadenti, le quali irradiano tutte e sempre da un punto vicino alla stella Vega della Lira. Ogni anno, dal 12 al 14 di novembre, si nota il passaggio di alcune cadenti appartenenti ad uno stesso sciame, divergenti da un punto nella costellazione del Leone, Leonidi dette, e ad intervalli di 33 anni circa (nel 1766, nel 1799, nel 1833, nel 1866) il discreto passaggio si converte in una pioggia memorabile. I giorni 27 novembre del 1872 e del 1885 furono segnalati da due grandi pioggie di cadenti, irradianti l’una e l’altra dalla stessa regione del cielo compresa fra le costellazioni di Perseo, di Cassiopea, di Andromeda, l’una e l’altra prodotte da uno stesso sciame, che periodicamente a intervalli non si sa bene se di 13 o di 6,5 anni riappare. A quest’ultima pioggia di cadenti corrisponde la Cometa periodica di Biela (cap. IV, par. 7); le Leonidi percorrono l’orbita stessa in cui si muove la Cometa 1866, I con periodo di 33 anni circa (tav. XIV-XV); allo sciame delli 19-23 aprile corrisponde la Cometa 1861, I di cui il periodo è uguale a 415 anni; le Perseidi e la Cometa 1862, III, periodica e con una rivoluzione di 121 anni, percorrono la stessa orbita.

Non è difficile rendersi ragione di queste e delle altre piogge periodiche note, sia poi il periodo loro uguale ad uno o più anni. Immagini il lettore due cerchi, due anelli di diametro sensibilmente diverso che si tocchino in un punto A. Supponga che lungo il cerchio minore si muova, tutto percorrendolo in un anno, la Terra, e che lunghesso il maggiore, impiegando a percorrerlo intiero un tempo assai più grande di un anno, si muova uno sciame di corpuscoli meteorici, e consideri a parte il caso in cui lo sciame è tenue, diffuso lungo tutto il proprio anello, e il caso in cui lo sciame denso, serrato occupa solo una piccola porzione dell’anello stesso.

In un dato giorno e Terra e sciame si trovano in A; succede uno scontro, e dallo scontro si estrica una pioggia di cadenti. Trascorre un anno, e la Terra torna a passare pel punto A: se lo sciame è diffuso lunghesso tutto il suo anello, la Terra trova nel punto A nuovi corpuscoli dello sciame stesso, e ad un anno d’intervallo la pioggia si riproduce: se lo sciame è denso, serrato, la Terra, ripassando dopo un anno per A, più non vi trova lo sciame trasportato nel frattempo dal proprio movimento in un altro punto B della sua orbita; ogni anno la Terra ripassa per A in quel dato giorno, ma prima che in A torni ad incontrarvi il denso sciame delle meteore, dando così origine ad una seconda pioggia di cadenti, devono trascorrere 20, 30... anni, se uguale a 20, 30... anni è il periodo di rivoluzione dello sciame.

6. Qualche volta un corpo luminoso di dimensioni sensibili, quasi un globo di fuoco (bolide), attraversa con velocità mutabile lo spazio, gettando da ogni parte una luce vivissima e lascia dietro a sè uno strascico vivo, lucido e persistente. Tale fu il bolide osservato il 13 novembre del 1865 (tav. XXIV).

I bolidi hanno colori diversi: se ne son visti dei bianchi, dei gialli, dei rossi, dei verdi; appaiono di giorno come di notte; le code loro persistono uno, due minuti, qualche volta un quarto d’ora e più. Il 18 ottobre del 1863 un bolide diede tempo a Schmidt di cercare un cannocchiale, e di osservarlo con esso: era formato (tav. XXIV) da due grosse goccie di color verde smeraldo che finivano in code rosse di fuoco; le due grosse goccie correvano avanti, e dietr’esse venivano numerose goccie minori verdi e rosse esse pure. Qualche cosa di analogo presentò nel luglio del 1860 il doppio bolide di Elmira (tav. XXIV): lo formavano due grossi corpi splendidi, piriformi e susseguentisi; venivano dietro ad essi allineati tanti corpicini lucidi colla forma tutti di pera.

L’apparizione di un bolide soventi è accompagnata, o immediatamente seguita da una o più detonazioni successive, che si intendono da grandi distanze, da punti lontani 100, 150 chilometri. Soventi ancora a queste detonazioni tien dietro la divisione del bolide in un numero più o meno grande di frammenti luminosi, che sembrano proiettati in direzioni diverse. In pochi casi alla detonazione ed esplosione del bolide tien dietro una pioggia di corpi lapidei (aeroliti, meteoriti) di dimensioni, di forme e di apparenze diverse. Il 27 dicembre del 1857 a Quenygouk fu visto un bolide seguito da intensissima luce (tavola XXV), accompagnato da forti detonazioni che finirono in una memorabile pioggia di pietre; due frammenti, trovati a più che un chilometro di distanza, si corrispondevano e si giustapponevano perfettamente. L’apparizione dei bolidi e la caduta degli aeroliti o meteoriti sono due fatti, la cui connessione è ben stabilita dall’identità del tempo e del luogo in cui si osservano. I bolidi sono per conseguenza corpi solidi, così come gli aeroliti che se ne distaccano.

7. I bolidi sono corpi cosmici che attraversano l’atmosfera terrestre con una grandissima rapidità; l’incandescenza loro è dovuta al calore sviluppato dalla compressione dell’aria che essi attraversano. La grande velocità del bolide fa sì, che la compressione da esso prodotta in un punto della massa aerea non abbia tempo di estendersi agli strati contigui, prima che questi non sieno a loro volta compressi dal bolide stesso che sopraggiunge. L’aria viene per tal modo compressa come lo sarebbe in un fucile a vento, e la temperatura elevatissima, che accompagna questa compressione, genera una fusione superficiale del bolide, una volatilizzazione delle sue parti più fortemente riscaldate, le quali, trascinate dall’aria che sfugge rasente il contorno del bolide, vanno a formare la lunga traccia luminosa che segna la traiettoria dal bolide percorsa.