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194 Chi l’ha detto? [639]

vi direi: ma se i diplomatici non hanno viscere, i popoli ne hanno. Nel secolo attuale, nell’epoca che corre, non sono più i diplomatici che dispongono dei popoli, sono i popoli che impongono ai diplomatici le opere che hanno da adempiere» (Cavour, Discorsi parlamentari, vol. XI, Roma 1872, pag. 265).

Nondimeno il savio e giusto principe deve tener conto anche dei pesi sopportati dal povero Pantalone, che paga per sè e per gli altri.

639.   Paga Pantalon.

è infatti frase popolarissima, di cui sarebbe curioso di rintracciare la sicura origine. Cominciamo col dire che Pantalone, sin dal principio del sec. XVII, era usato a impersonare il popolo veneziano, sia perchè, come crede il Tassini (Curiosità Veneziane, vol. II, Venezia, 1863, pag. 105) il nome di Pantalone, forma dialettale per Pantaleone, fosse un tempo comunissimo sulle lagune (S. Pantaleone è assai popolare a Venezia; la chiesa a lui dedicata, antichissima, poichè fu riedificata nel 1009 sotto il doge Ottone Orseolo, era una delle più estese parrocchie della città), sia per metafora dal piantare i leoni nelle terre conquistate, sia, com’è più probabile, dalla caratteristica maschera veneziana; sulla cui origine si veda, tra altro, un recente articolo di Cesare Levi, Il vecchio «Papà» della Commedia, nell’Emporium, novembre 1914, pag. 253-265. Il Pasqualigo nella Raccolta di Proverbi veneti (3ª edizione, Treviso, 1882, pag. 256) scrive che il proverbio Pantalon paga per tutti «nacque alla fine del secolo XV, al tempo delle guerre di Ferrara, Napoli, Pisa e contro i Francesi e i Turchi, che cominciarono a rovinare la Repubblica di Venezia; la quale, ricchissima, pagava davvero per tutti in Italia.» Ma non a torto il dott. Cesare Musatti nei suoi Appunti storici di dialetto veneziano ritiene che questo motto abbia origini assai meno antiche. Tra le satire e caricature, che si sparsero all’epoca della caduta della Repubblica veneziana, è famosa quella uscita a Milano, che rappresenta i plenipotenziari in atto di partire in carrozza da Campoformio. L’oste che li aveva alloggiati, corre loro dietro, gridando alla portiera: Chi paga? e gli risponde Pantalone, che sta in serpa: Amigo, pago mi! Vedila riprodotta nel vol. di Giov. De Castro, Milano e la Repubblica Cisalpina giusta le poesie,