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[998-1000] Nazioni, città, paesi 321


e Byron la chiamò:

998.   The Niobe of nations.1

(Childe Harold’ s Pilgrimage, canto IV, str. 79).

mentre Gilbert la diceva:

Veuve d’un peuple roi, mais reine encore du monde.

Che cosa fosse la vita a Roma prima del 1870, è espresso nei celebri versi di G. G. Belli:

999.    .... A sto paese ggià tutt’er busilli
Sta in ner vive a lo scrocco e ffà orazzione.

Sono in un sonetto di lui delli 8 gennaio 1832, intitolato: La Sala de Monsignor Tesoriere.

Le aspirazioni politiche degli Italiani su Roma, designata capitale naturale d’Italia fin dal 1861, hanno dato origine ad alcune frasi. Cominciamo dal

1000.   Roma o morte.

che fu il grido di guerra della sventurata impresa di Aspromonte, come alcuni anni più tardi di quella non meno infelice di Mentana. L’ordine del giorno del I° agosto 1862, scritto da Giuseppe Civinini, segretario di Garibaldi, e letto dal generale ai volontari assembrati nei boschi della Ficuzza presso Palermo, cominciava appunto con la formola: Italia e Vittorio Emanuele, Roma o Morte. Ma queste ultime parole avevano avuto origine a Marsala dove Garibaldi si era recato per colorire il suo disegno.

«Risoltosi infatti a visitare i luoghi della epopea del 1860, tocca Alcamo, Partinico, percorre, esaltandosi a quei ricordi gloriosi, il campo di Calatafimi, fa una punta a Corleone, a Sciacca, in Mazzara, di là ripiega su Marsala, dove parendogli bello riprendere da “quella terra di felice augurio il tronco cammino”, annunzia, più categoricamente che fino allora non avesse fatto, il suo fermo proposito di marciare all’impresa di Roma, ed apertamente invita i Siciliani a dar di piglio allo armi ed a seguirlo. E poichè a quel


  1. 998.   La Niobe delle nazioni.

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