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Pagina:Chi l'ha detto.djvu/546

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514 Chi l’ha detto? [1519-1523]


La stessa sentenza trovasi in Pope che nell’Essay on Man (1733; ep. 2, 2) scrisse:

The proper study of mankind is man.

La Bibbia insegna che non può esservi scienza verace senza la fede, senza il timor di Dio:

1519.   Initium sapientiæ timor domini. 1

(Ecclesiastico, cap. VI, v. 16 ).


(su di che Chamfort causticamente osservava: «L’Écriture a dit que le commencement de la sagesse était la crainte de Dieu; moi, je crois que c’est la crainte des hommes»); e tanto Orazio quanto Dante ammoniscono a non tentare di spingere la scienza umana oltre quei limiti che la fede ha voluto imporle; il primo dice:

1520.   Quid sit futurum cras, fuge quærere. 2

(Orazio, Odi, lib. I, od. 9, v. 13 ).

(cfr. col n. 853) e più oltre:

1521.   Nec scire fas est omnia. 3

(Ivi, lib. I, od. 4, v. 22 ).

e l’altro:

1522.   State contenti, umana gente, al quia.

vale a dire contentatevi di sapere che le cose sono come sono, e non indagatene le troppo arcane ragioni. Fu detto da Dante in materia di fede, ma si estende anche ad altri argomenti. Anche il celebre fisiologo berlinese Emil du Bois-Reymond chiudeva un discorso pronunziato a Lipsia nel 1872 dicendo, a proposito del mistero della vita:

1523.   Ignorabimus.4

  1. 1519.   Il timor di Dio è il fondamento di ogni sapienza.
  2. 1520.   Rifuggi dall’indagare quel che avverrà domani.
  3. 1521.   Non è concesso di sapere tutto.
  4. 1523.   Non lo sapremo mai.