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570 Chi l'ha detto? [1613-1617]


All’uomo di lettere può capitare anche di peggio, per esempio di sentirsi dire come Porzio Festo governatore della Giudea disse a S. Paolo:

1613.   Insanis, Paule; multae te literae ad insaniam convertunt. 1

(Atti degli Apost., c. XXVI, v. 24).

Nè la dottrina valse a salvare dalla sventura o dalla persecuzione, specialmente in tempi nei quali la tristezza degli avvenimenti faceva dimenticare la nobile serenità degli studi. Chi non ha sentito ripetere le ciniche parole:

1614.   La République n’a pas besoin de savants. 2

Lavoisier, il fondatore della chimica moderna, fu una delle innumerevoli vittime della Rivoluzione francese: condannato a morte il 19 floreale dell'anno II con altri 27 fermiers généraux, salì sul patibolo l’8 maggio 1794. È leggenda diffusa e ripetuta con molte varianti in tutte le biografie di Lavoisier, che l’illustre chimico, dopo la sentenza, avesse chiesto al tribunale una dilazione per poter condurre a fine alcune esperienze e il capo del tribunale gli abbia risposto: «La République n’a pas besoin de savants». Questa brutale e stupida risposta è dai più attribuita a Dumas, presidente del tribunale rivoluzionario — a torto, che egli quel giorno non presiedeva — da altri a Fouquier-Tinville, che neppur lui era presente, da alcuni, con maggiore verosimiglianza, a Coffinhal, vicepresidente, che presiedeva il giorno della condanna di Lavoisier. J. Guillaume in una lettura tenuta alla Società di Storia della Rivoluzione il 29 aprile 1900, e stampata nella Revue Bleue del 5 maggio, pag. 557 (Un mot légendaire) cerca di dimostrare che la frase è inventata e che il primo a metterla in circolazione fu Grégoire nel suo terzo rapporto sul vandalismo, letto alla Convenzione il 24 frimaio anno III, sette mesi dopo la morte di Lavoisier.

  1. 1613.   Tu sei pazzo, Paolo; il molto studio ti ha condotto alla pazzia.
  2. 1614.   La repubblica non ha bisogno di dotti.