|
Giovanni Giuseppe Nicosia — Cinesi, scuola e matematica — Bologna, Italia — 2010 |
|
- gli elementi di caselle disposte secondo diversi altri schemi, come ad esempio i seguenti:
16
|
3
|
2
|
13
|
5
|
10
|
11
|
8
|
9
|
6
|
7
|
12
|
4
|
15
|
14
|
1
|
|
16
|
3
|
2
|
13
|
5
|
10
|
11
|
8
|
9
|
6
|
7
|
12
|
4
|
15
|
14
|
1
|
|
16
|
3
|
2
|
13
|
5
|
10
|
11
|
8
|
9
|
6
|
7
|
12
|
4
|
15
|
14
|
1
|
|
16
|
3
|
2
|
13
|
5
|
10
|
11
|
8
|
9
|
6
|
7
|
12
|
4
|
15
|
14
|
1
|
|
In questo quadrato inoltre:
- compaiono tutti i numeri naturali da 1 a 16 con disposizione alternata di pari e dispari nelle colonne e righe esterne, ma non in quelle interne e nelle diagonali;
- i numeri 15 e 14 che occupano le due caselle inferiori centrali compongono la data di incisione: 1514, il che dimostra che questo quadrato magico non è stato copiato da una fonte casuale, ma è stato scelto o più probabilmente fabbricato dall’autore volontariamente.
Quest’enigmatica composizione è ricca di riferimenti sacri ed esoterici e vi compaiono oggetti strani dal chiaro carattere simbolico, alcuni dei quali fanno riferimento alla matematica: un curioso solido
irregolare, una sfera, alcuni strumenti per il disegno geometrico,... Sul loro significato e sul senso di
tutta l’opera la discussione è ancora aperta. Quel che è certo è che l’autore conosceva i quadrati magici
(anche se non è detto che conoscesse tutte le loro proprietà di quello che raffigurò), aveva una buona
competenza scientifica relativa almeno al disegno geometrico e non disdegnava contatti col mondo
dell’esoterismo e dei simboli.