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Uno dei sistemi di numerali più importanti e quello indo-arabo che usiamo anche noi, imposto pressoche universalmente dal colonialismo, dall’evangelizzazione, dai traffici commerciali, dalla diffusione delle tecnologie e delle visioni scientifiche occidentali e più recentemente dalla globalizzazione. Quasi tutti i cinesi lo conoscono, lo studiano a scuola, lo leggono con parole della lingua cinese (che vedremo nel paragrafo successivo) in testi di vario tipo (documenti, etichette,…) e padroneggiano la sintassi delle sue regole combinatorie (quelle che permettono di formare numerali composti dai numerali fondamentali o cifre) (Nicosia, 2008).
- 4.4.2 Sistema testuale'
- 4.4.2.1 Parole e ideogrammi per numeri
Mentre il sistema indo-arabo impera sugli usi scolastici, accademici ed in ambito tecnico anche di alto livello, altri sistemi più tipici della cultura cinese sono preferiti per scritture di particolare solennità, striscioni verticali celebrativi, contesti di maggiore letterarietà o con deciso intento estetico, comunicazioni ufficiali importanti, relazioni finanziarie o documenti di stato. Un sistema molto usato è quello testuale, che vede i numerali semplicemente come ideogrammi. Si noti che anche quelli indo-arabi sono segni ideografici, ma la sintassi posizionale li stacca dalle caratteristiche delle parole delle varie lingue in cui sono usati. Invece nel caso di quelli cinesi i numerali sono in tutto e per tutto parole e quindi si scrivono come file di ideogrammi sillabici secondo il sistema della lingua cinese.
- 4.4.2.2 Numerali fondamentali e regole di composizione
Il fatto che il sistema non sia posizionale ma additivo e moltiplicativo come quello dei numeri romani implica che si usino molti segni per indicare gli ordini di grandezza, così come avviene per i numerali orali dell’italiano (quelli con cui nominiamo un numero o lo scriviamo in lettere): si usano suffissi o desinenze come –anta, -cento-, -mila- eccetera o forme particolari (ad esempio quindici). Il meccanismo e sostanzialmente lo stesso: si hanno 10 simboli per le cifre da 1 a 10 più dei simboli speciali per le potenze di 10; le cifre in posizione dispari nell’ordine da sinistra a destra o dal basso in alto sono moltiplicate per la cifra successiva: (6 100 2 10 4)=6x100+2x10+4=624. Il sistema ha quindi molti numerali fondamentali. Gli ideogrammi sono inoltre disponibili in due versioni: una per l’uso quotidiano, l’altra detta daxiě (大写) per contesti più ufficiali. Vediamone alcuni (Nicosia, 2008):
indo-arabo | testuale comune | testuale daxiě | orale | indo-arabo | testuale comune | testuale daxiě | orale | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
0 | 〇 | 零 | ling | 7 | 七 | 柒 | qī | |
1 | 一 | 壹 o 幺 | yī | 8 | 八 | 捌 | bā | |
2 | 二 | 貳 o 贰 | er | 9 | 九 | 玖 | jiǔ | |
3 | 三 | 叄 o 叁 | sān | 10 | 十 o 什 | 拾 | shi | |
4 | 四 | 肆 o 两 | si | 100 | 百 | 佰 | bǎi | |
5 | 五 | 伍 | wǔ | 1.000 | 千 | 仟 | qiān | |
6 | 六 | 陸 | liu | 10.000 | 万 | 萬 | wan |
Questi numerali testimoniano nella forma ideografica la loro evoluzione dai numerali a bacchetta. Il carattere幺 (yāo, letteralmente “il più piccolo”) sostituisce 一 (yī,1) se isolato. Data la notevole
differenziazione regionale delle parlate cinesi compaiono moltissime varianti locali.
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