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LIBRO PRIMO 7

capo Sant’Angelo a l’ultimo suo confine, che è il fiume Tronto, miglia 200. Le quali somme insieme raccolte fanno di giro per riviera miglia 1318, onde aggiungendovi le 150 predette, che è lo spazio de la linea per terra, con che si congiunge a l’altre parti d’Italia, da l’Ufente al Tronto, sommano a 1468 miglia. E questa è oggi la dimensione del circuito del regno di Napoli. Contiene il detto regno in sé queste provincie. Prima, cominciando a l’Ufente sopra il mare Tirreno, una parte del vero Lazio, il quale anticamente si stendeva sino al fiume Liri, oggi detto il Garigliano. E benché a questi tempi, si come ogni cosa è confusa, di tutta la regione che è tra il Tevere e Sabina e l’Apennino e Terracina, ne sieno fatte tre parti e tre nomi, cioè Lazio, Campagna di Roma e Maremma, nondimeno anticamente tutto di un nome, insino al Garigliano, era chiamato Lazio nuovo. Tenne dunque prima il regno una parte del Lazio nuovo, quanto è dal detto fiume di Terracina sino al Garigliano: ne la qual parte principali terre sono Formie, Fundi e Gaeta. Séguita poi, dal Garigliano al fiume Sarno, Campania vecchia, da’ moderni detta Terra di Lavoro: nobilissime cittá de la quale furono anticamente, e oggi ancor sono, Capua e Napoli. Appresso Campania succede la terra de’ Picentini, dal Sarno insino al fiume Silaro, oggi per la maggior parte detta Principato: de la quale Surrento e Nuceria detta de’ pagani e Salerno sono terre piú illustri. Continua poi Lucania, per una gran parte detta oggi Basilicata, dal Silaro sino al fiume chiamato Sapri, che anticamente era detto Lao: de la quale piú note cittá sono Policastro e la Scalea, si come al tempo prisco Pesto e Busento, e tra monti molte castelle. Confina Lucania la regione de’ Bruzzi, dal fiume Sapri, sopra il mare Tirreno, sino al promontorio Leucopetra inclusivamente, nel mare Siculo, oggi detto capo de l’Arme, ove il monte Apennino, che cominciando da le Alpi scorre per