Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/811

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torma. Et ordinato questo si mandò per lo Notaio, e questo Gianni si acconciò nel letto col capo fasciato, nella camera, e con le finestre socchiuse e feciono stare il notaio un poco di lungi; e questi fece il testamento in persona di messer Buoso e lasciò a cui questo Simone volle; e lui, cioè Simone erede, nel testamento. E rogato il testamento1, indi a poco stante, sparsono la voce come messer Buoso era morto e attesuono alla sepultura, e così si rimase erede il detto Simone. E va rabbioso altrui così conciando; come tu vedi che à conciato Capocchio. Oh, diss’io lui; cioè io Dante dissi all’Aretino detto di sopra, se l’altro non ti ficchi Li denti a dosso; cioè se quest’altro non ti morda rabbioso, non ti sia fatica A dir chi è, pria che di qui si spicchi; cioè innanzi che si parta quinci. Et elli a me; cioè l’Aretino rispose a me: Quella è l’anima antica Di Mirra scelerata; convenientemente induce l’autore questo maestro Grifolino a rispondere di Mirra: imperò ch’elli fu saputa persona e studioso de’ poeti. Questa Mirra fu figliuola del re Cinara, re d’Arabia, et innamorossi sozzamente del padre, intanto che per impazienzia d’amore si volle impiccare; se non che la nutrice la sopraggiunse, e saputa la cagione, quella mala nutrice diede opera al fatto, proferendo al re Cinara una bellissima giovane d’Arabia, a quel tempo che la reina Chencreis2 non era col re Cinara, ch’era ita alla festa di Cerere che durava nove di’; e così diede opera che di notte venne Mirra nella camera del padre, sotto il nome di quella giovane3 e giacque col padre due notti sanza lume. La terza notte il padre, volendo vedere chi fosse questa giovane4, et elli vide che era la figliuola; e preso da grandissimo dolore, prese la spada per volerla uccidere: ella fuggì dinanzi da lui; e come pone Ovidio, Metamorfoses libro x, fu mutata poi in quell’arbore che fa la mirra, e di lei nacque Adon; e però dice l’autore scelerata per lo incesto che ella commise, e manifestò il peccato dicendo: che divenne Al padre fuor del dritto amore amica: amico è nome di virtù; et alcuna volta diventa nome di vizio, quando è fuori del diritto amore. Questa a peccar con esso così venne; ora manifesta il modo, Falsificando sè in altrui forma5 : però che s’infinse d’essere quella giovane, ch’avea promessa la sua nutrice al padre Cinara, Come l’altro, che là sen va, sostenne; cioè

  1. C. M. il testamento, miseno la novella stando un poco, come messer Buoso era morto et inteseno alla sepoltura,
  2. C. M. Cencheris
  3. C. M. di quella giovana
  4. Questa congiunzione et, che vale allora, dona all’espressione una grazia ed efficacia, le quali non si possono a parole insegnare. Non si raccomanda mai a bastanza lo studio ne’ primi nostri padri, i quali mostrano tanta eccellenza nell’uso delle particelle, che torna più facile intenderne le bellezze che ragionarne. E.
  5. C. M. forma: che simulò essere