Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/894

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850 i n f e r n o   xxxiv. [v. 10-15]

il tempo, dicendo come quando è una grossa nebbia; o come, O quando l’emisperio nostro annotta; pone un’altra condizione di tempo; cioè come nel nostro mondo si fa notte: emisperio tanto è a dire, quanto mezza spera, e così è la nostra parte che noi veggiamo del cielo ch’è mezza spera: però che per la terra non ne possiamo veder più, Par di lungi un molin che al vento gira1; ora agguaglia la similitudine dicendo che, come parrebbe di notte, e quando fosse grande nebbia, uno molino che girasse a vento; così li parve vedere simile l’edificio; e però dice: Veder mi parve un tal dificio allotta; a me Dante: Poi per lo vento; che venia, mi ristrinsi retro Al Duca mio; cioè a Virgilio, che non v’era altra grotta; cioè perchè non v’era altra reparazione; e questo è quanto alla lettera. Ma allegoricamente intese l’autore che da Lucifero vengono tre venti, ch’elli spira sempre battendo le sue alie; cioè ingratitudine, crudeltà et odio; dai quali venti chi non vuole essere offeso riparisi con la ragione, come fece elli di rietro a Virgilio che significa la ragione, ponendo incontro a questi venti la ragione, la quale vede questi tre venti essere noiosi, e cessali da sè; e così si ripara da essi, adducendo li suoi contrari; cioè gratitudine, pietà et amore.

C. XXXIV — v. 10-15. In questi due ternari narra l’autore la differenzia delle pene, che finge essere a quelli del quarto giro, li quali ànno tradito li loro maestri, signori e benefattori, dai quali ànno ricevuti grandissimi benefìci. E finge che una pena sia comune a tutte; cioè che sono tutte coperte sotto la ghiaccia: imperò che tutte sono state private d’ogni carità et amore. E quattro differenzie pone in quella pena: imperò che quale parimente sta a giacere riverta, quale col capo in su e co’ piedi in giù un poco erta, quale per lo contrario; cioè col capo in giù e coi piedi in su, e quale col ventre in su levato2, tenendo il capo a’ piedi, e la schiena di fuori a modo di cerchio. E queste quattro differenzio pone, perchè quattro sono le differenzie di questi traditori: imperò che altri sono che usano tradimento alli benifattori suoi pari, e questi finge che stiano parimente a giacere; et altri sono che l’usano contra li maggiori benefattori tanto, come sono i signori, e maggiori, e maestri e qualunque altro grado di maggioria, e questi stanno col capo in giù e co’ piedi in su; et altri sono che l’usano contra li minori che sono loro benefattori, come li signori contra li sudditi, e questi stanno col capo in su e co’ piedi in giù; et altri sono che l’usano contra li minori e contra li maggiori parimente, e questi stanno inarcocchiati col capo, e coi piedi parimente in giù nella ghiaccia, e tutti stanno riverti; cioè rovescio, perchè sfacciatamente sanza alcuno

  1. C. M. gira; tira di quinci la similitudine
  2. Altr. — inarcocchiato