Pagina:Commedia - Inferno (Imola).djvu/22

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X hMORNO ALLA VITA ED OPERE si sarebbe potuto incolpare. Ogni dubbiezza poi svanisce solchè si confronti l’edizione di Spira col codice Estense, dal che per forza convien dedursi l’uno essere tutt’altra cosa dell’altro. Se in tanto contrasto di opinioni potesse avere qualche peso la mia, direi, che in ogni tempo si tenne per autore Colui che vedevasi firmato nell’opera, e più certamente se niun contemporaneo o postero, critico dopo lungo tempo non reclamò di furto di plagio. Non lasciò Benvenuto memoria alcuna di avere scritto Commento diverso sopra l’Allighieri, di quello in fuori in lingua latina che si conserva nella Estense Biblioteca. AH’incontro dell’indicato commento in lingua volgare si avvisa per autore — Cristofaro Berardi di Pesaro — il quale nella edizione del Vendelino confessa bensì d’essersi giovato delle fatiche dell’Imolese interpretando il testo dell’Allighieri, ma non pertanto aver egli data opera, ed essersi facto indegno correctore di Dante. Le2:2:iamo altrettanto nel sonetto in fine dell’edizione — Finita e lopra de l inclito e divo Dante Aleghieri fiorentin poeta — La cui anima sanata alberga lieta — Nel del seren ove sempre il fia vivo — D Imola Benvenuto mai fia privo — D eterna fama che sua mansueta — Lira opero commentando il poeta — Per cui il texto a noi e ìntellectivo — Confessione ingenua è questa del Berardi di avere fatt’uso