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418 INFERNO. — Canto XXVI. Verso 31 a 37

Di tante fiamme tutta risplendea
     L’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi,
     Tosto che fui là ’ve il fondo parea.
E qual colui che sì vengiò con gli orsi,
     Vide il carro d’Elia al dipartire, 35
     Quando i cavalli al cielo erti levòrsi;
Che nol potea sì con gli occhi seguire,




V. 31. Qui fa la comparazione in numero, che cotante come si vede lucciole, cotante vide fiamme si tosto come discese, tanto ch’elli vedesse e dicernesse lo fondo della predetta ottava bolgia.

34. Qui fa un’altra comparazione allo accendimento e ardore delle ditte fiamme, e dice ch’era tale quella di ciascuna come fa quello che vide quello che si vengiò con li orsi. Circa la quale comparazione è da sapere che Elia profeta aveva uno suo discipulo, il quale ebbe nome Eliseo, e questo suo discipulo continuo lo seguia. In processo di tempo avenne che Dio li fece a sapere ch’elli lo volea trasmutare nel paradiso delitiarum, e feceli a sapere lo luogo dove elli andasse che li sarebbe apparecchiato lo carro che lo portasse. Volendo andare Elia a questo luogo disse a Eliseo che rimanesse: lo detto discepolo non volea abbandonare per alcuno modo. Andando al predetto luogo elli convenieno passare uno largo fiume e non avea ponte; Elia tolse lo suo mantello e montovvi suso; incontanente Eliseo fece lo simile e passonno oltre. Non vogliendosi partire Eliseo da Elia, Elia li lasciò lo suo spirito profetico, sichè n’ebbe poi due.

Datoli questo, discese uno carro tutto ardente del cielo colli cavalli simili ignei; coverse lo ditto splendore Elia, ed elli vi montò suso, e andonne via. Eliseo veggendo questa ascensione tenelli l'occhio tanto quanto ebbe possanza di poterlo colla vista raccogliere; quando l’ebbe perduto a vista, molto sconsolato se ne tornò alla città e con grandi lamenti; ch’elli avea perduto lo suo maestro. Li altri profeti e santi uomini per consolarlo li vennero all’incontro, drieto a’ quali venne moltitudine di fanciulli, li quali lo deridevano, e feceno beffe d’esso dicendo: elli piange e lamentasi di suo maestro che ha perduto, ed è oggimai vecchio. Per la quale derisione elli fu promosso ad ira, e pregò Dio che moltitudine d’orsi lo vendicasseno: compiuto il prego incontanente abondò in quel luogo molti orsi, li quali devoronno tutti quelli fanciulli che di lui beffavano, sicome in quarto Regu, capitolo secondo pienamente si contiene.

E dice l'autore: tali mi pareano quelle fiamme qual parve a quello che si vengiò colli orsi, cioè Eliseo quando vide la fiamma del carro di Elia, il quale fu portato per li cavalli al cielo cioè in aire.

37. Cioè che non dicernea Elia nella fiamma, cosi elli non dicernea le anime ascose in quelle fiamme.