Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/104

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XCVI PREFAZIONE ALLA NUOVA RISTAMPA. rimarrà sempre aperto il campo alla disputa, se pure in- torno a siffatte cose vorrà taluno disputare, o non piutto- sto seguire il sentimento proprio, rispettando l'altrui. L'in- tolleranza è cosa tanto radicata in questo secolo tollerante, che non se ne può fare a meno anco quando si tratta della Divina Commedia (1). (I) Giovila Scalviiii, bresciano, lasciò a nio, morenilo, gran parte de' suoi scritti lelterariij che io li sceglìessi e dessi in luce ordinali. Tra* quali erano alcune noterelle al poema di Dante, gettate qua e là come principio e saggio (li più ampio lavoro; ma dimostrano arguto ingegno ch'egli era e ornalo di gtudii eleganti. « Tanti comenli, scriveva egli, abbiamo alla D/t'jHO Commc- « rfj'a, e sì pochi che non valgano (siamo ardili di dire) più spesso a spargerla « di dubbiezze, anzi che a metterla in luco e farla (se pur tanto mai possono) « più efficace al commuovere! « — Queste noterelle congiungiamo con le nostre a' suoi luoghi, chiudendole tra parentesi, e tralasciando quelle che trovavansi già nella prima stampa ilei nostro comcnlo.