Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/125

Da Wikisource.

CANTO I. 11 44. Ed io a lui: — Poeta, i' ti richieggio Per quello Iddio che tu non conoscesti, Acciò eh' i' fugga questo rnale e peggio, 45; Che tu mi meni là dov' or dicesti,' Si ch'io vegga la porta di san Pietro, E color che tu fai cotanto mesti. Allor si mosse, ed io gli tenni dietro. il servo si regge per impero del si- gnore Anco nell'impero di Dio è dolce reggimento; ma in cielo il reegere è più immediato. Virgilio (.En., VII) dice impero quello d'In- ferno e Giove re. — Seogio. Ps. XI, 5: Il signore, in cielo il suo seggio. Boet : Hic sreplrum Dominui ienet, orbi^que hahenai tempcrat. U (Fi Cono cesti C^nio<cere Dio, DQOilo flel'H B'bbia e de'Palri. 45 (L) Porta: del Purgatorio, ove siede un angelo con le cniavi dì Pie- tro. — Color: dannatr — Fai: dici. (SL) [Meni. Br. Latini, Tesoret- to, II 3: Perdei il gran cammino, E tenni alla traversa D'una selva diversa. - Ma, tornando alla mente. Mi volti, e voà mente Intorno alla montagna, E ridi turba magìia Di diversi animali. Ch'i' non so ben dir gaa/t] — Porta. Pur»., IX: La no- mina prima dell'inferno, come Idea molto più consolante. Il Rossetti , rammentando che 1« case di Dante erano a Porta San Pietro, vuole che qui a Firon^e s'accpnni. Piccolezza. (F) Dietro. Virgilio, il p'ù spi- rituale de' ito^^ti profani, quello che più lo ispirava di religione e di amo- re e di soave mestizia, il cantore dell'impero di Roma sognalo da Dan- te, è da lui tolto a guida.