Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/160

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42 INFERNO 37. Questo passammo come terra dura: Per sette porte entrai con questi Savi: Giugnemmo in prato di fresca verdura. 38. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, Di grande autorità ne'lor sembianti; Parlavan rado con voci soavi. 39. Traemmoci così dall' un de' canti, In luogo aperto, luminoso, e alto, Sì che veder si potén tutti quanti, 40. Colà diritto sopra '1 verde smalto ,Mi fur mostrati gli spiriti magni; Che di vederli in me stesso m'esalto. 41. Io vidi Elettra con molti compagni; Tra' quai conobbi ed Ettore ed Enea, Cesare armato, con gli occhi grifagni. 37. (L) Dura: asciutta. (SL) Verdura. JEn., VI: Deve- nere locoi laetos, et amaena virela Fortunatumm nemorum. 38. (SL) Tardi Pur^ , V(: E nel mover degh occhi onesta e tarda ~ III: La fi ella Che gravitate ad ogni atto diunaga. Ferclié la tardità sola potrebb'essere stupidezza; però ag- giunge graoijB nei Pargatorio, one- sta. (F) Parlavan. Vico: Non mai in suono alterata, né in tempo af- frettata, parola. 39. (SL) Allo. Ma., VI: Et tumu- Inm capii f unde omnei longo ordine possit Adversos legere,et venientum discere vuUus. 40. (L) S ■rialto: d'erba. (SL) Migni. M^ì., VI : Defuncta- que corporn vita M'iqnanimùm he- roum. — M' ch'alio. Verso citato con ammirazione d.^l Byron. 41. (L) Grifagni: qiia<;i rapaci (SL) Elettra Mn.. Vili: Dar- danus, lliacae primu^ pater urbis et auclor, Electra, ut Grari perhibentj Atlantile cretus. — Compagni. Tro- iani, diS,pndenti di lei; tra' quali Ettore ed Enea, l'uno difensore di Troia, l'altro portator dell'impero in Italia. Però da Enea salta a Cesare. Elettra, moglie di Corilo re d' Italia e madre dì Dardano re di Troia, qui posta forse per indicare ch'Enea sul Lazio aveva quasi diritto d'eredità, come dice nel libro De Monarchia. Con ciò dava un diritto d'erf^dità fino a Cesare, discendente di Julo. Elettra ebbe tal diritto da Giove; e il Poeta la nomina nel dello libro con Eaore. Nell'Eliso di VireriJio {Ma , VI): Hic genui antiquum TeU' cri, pulcherrim-i proles. Magnanimi heroès, nati melioribu^ annidi, Ilus- que, A^saracusqne et Trojae Di'da- n^ii auctor. — EUore. Mn., Vi: Hec- loris magni Fiori d'Italia: Elitre ei Enea aoeano li maggiori anirrii, ed erano più forti in arme — Ces'are. M(\., I: Nascetur putchra Tr"j<ìnus origine Caesar, Imperium Oceano, famam qui terminet astrii. Di Troo discendono in una line.i Eriilonio, Laomeilonte, Priamo, Ettore; nell'al- tra, Assaraco, Capi, Enea, Anctiise, Julo. ultimo Cesare, non d'altro reo, dice Dante, die di non aver avuto il bitiesimo. — Grifagni. Come di sparviero, e come d'uno Grifone, dice l'O'timo Sv^ionio dip'n:e Ce- sare caesiii ocnlif Dot.: Con cue orchi in teUa che parevano d' un falcon pellegrino. Negli ocelli di En- rico VII, lodalo da Dante, notai. o gli storici una particolarità non dis- simile.