Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/173

Da Wikisource.

CA^TO Y. 53 35. Amor, che a nullo amato amar perdona, Mi prese del costui piacer, si forte Che, come vedi, ancor non m' abbandona. 36. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi vita ci spense. — Queste parole da lor ci fur pòrte. 37. Dacch' io intesi queli' anime otfense. Chinai il viso; e tanto '1 tenni basso. Fin che '1 poeta mi disse: — Che penso? — 38. Quando risposi, cominciai: — Oh lasso! Quanti dolci pensier', quanto disio Menò costoro al doloroso passo ! — 39. Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, ■ E cominciai : — Francesca, i tuoi martiri, A lacrimar, mi fanno tristo e pio. 40. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che, e come, concedette Amore Che conosceste i dubbiosi desiri? — 35. (L) A: non riinetie a alcuno /En , X[l : Qui te cumque manent... amato il debllo d'amare canua. — Spense Giambuli., I: Spento (5L> Perdona. Nel sposo del la- di vita. Vino pucere. Bug , [il: Pirciie,ooes, 37. (L) Da. Dal primo momento. nimium procedere E v^le, non ri- — Offende: offese di doppio dolore, .s/à di far sì che alcuno amato ami. — Pen<e : p^nsi. Giova -onfermar con eSf^mpi-GHorgr. (^SL' Bnao. Duguesclin : Il te- IV: Parces . .. futuro. Buf. Vili: noit sa tele inclinée en peuiées d'a- Parcite carmina Mn , II : Non ta- mour men abihnuit nec roci, trceqae pe- 38 (F) Pernierà Conv.: Non subi- perdi. -XII : Pircite jam Raiuli ; et tamente nisce amore, e fassi grande vos tela inhibele, Latini, -i: Parce e viene perfetto: ma vuole tempo melu. E il Mi 'iilaveMi : Non perno- alcuno e nutrimento di penHerijmas- navano nessuna inQÌuria — Abb m- simamfinte là ove sonopensieiiccn- dona, JEfì.. vi : Cuicc non ip>a in trarii che lo impediscano morte relinquunt - I due amanti 39 iL) A: fino alle lagrime. — (dice il BO'"cai;cio) furon posti nella Pio : nii spirano doglia e pietà. mede'iima sepoltura. FiaCfamenie il (SL) Cominciai. Pare che con Peiran-a : Nostra sorte j, Come ven, questa ripeiizione voglia mostrare il e indici-ia : e pi-r td seguo Si vede suo turbamento, e la difticoltà che il nostro amor tenace e torte. ebbe di muover parole. Simile so- {F ) Abb'tn'iona G-es. Uial , IV. pr.,bbondanza In Virgilio (,En., I) : 33: I cattiri e^^enio to'wentali Tum sic reqinam ulloquitur , cun- c<in colmo che in questo mondo ama- cti^que repente Impro'isus ai-t — rono.non cumnao di Dio, sono con- A lacrimar. (Terz.^^ I.*'») : Pugne a sunti non so'o dalla propi ia y ma fluaib — T/tsio. Nel canto seguente: dallf pene 'U quelli hnpietà oe'due cogniti. Che di tri- 3G (L) Caini : bolgia ove pani- slizia tutto mi contuse. scoosi i fratricidi. 40. iL) A che: a che segno si è pa- (SL) Cai/li. Inf., XXXII : —i«- lesalo l'amore. tende. Hor. Carm., HI. , il : Fata (¥) Dubbiosi. Som,: Se speranza Quos manent ciilpas etiam sub Orco, sia causa d'Amore.