Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/174

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54 INFERNO. 41. Ed ella a me: — Nessun maggior dolore Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria. E ciò sa '1 tuo dottore. 42. Ma se a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui che piange e dice. 43. Noi leggevamo un giorno, per diletto, Di Lancillotto, come amor lo strinse: Soli eravamo, e senza alcun sospetto. 44. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci '1 viso: Ma solo un punto fu quel che ci vinse. 45. Quando leggemmo, il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, 46. La bocca mi baciò, tutto tremante. Galeotto fu '1 libro, e chi lo scrisse. Quel giorno piti non vi leggemmo avante. — 47. Mentre che l'uno spirto questo disse, L'altro piangeva; sì che di pìetade I' venni man, così com'io morisse: E caddi come corpo morto cade. 41. (SL) Tempo. Ov.: Tempore felici. 43. (L) Di, amante di Ginevra.— (F) Ricordarsi. Accenna forse Sospetto : Umore, alle parole dì Didone morente (jEa., (SL) Strinse.Yìta. Nuova: Amore IV) ; alla renitenza d' Enea a ricor- ti stringe. Ma. , IX : Animum pa- darsi della patria distrutta (iEn., II). triae strinxit pietatis imago. Altri intende Boezio, là dove dice : 44. (SL) Vinse. Ma. , Xll : Victus In ogni avversità di fortuna , la piii amore lui infelice sorte d' infortunio è V es- 45 (L) Rino : bocca. sere stato felice. E nel Convivio 46. (L) Il corruttore nostro. — chiama Boezio consolatore: ed esso Avante'. olire. Boezio ((Jons., Ili): Che le riuscite (SL) Galeotto. Fu mezzano tra della voluttà siano tri te, chiunque Lancillotto e Ginevra A noi , dice voglia ricordarsi degli errori prò- Francesina, mezzano fu il libro e l'àu- prii, inteniierà. toredi quello. Nelle vecchie ♦'dizioni U^. {SL} Pi ima. Ma.f il: Bincmihi il Decamerone s'intitola Principe prima mali labes. - iV : Itle die< GaZeot'o; e Galeotto sinrnifì.'.ava raez- primus lethi primuique malorum z^no di turpi amori. — Quel. Ma. , Caussa fuit. — Ridice Gino : D' o- IV : Ille dies primus lethi... C-Missa gni mia mal sei la radice. — Af- fui>.. fello. Ma., li: Sed si tantut amor 47. (L) Movine : morissi. ca&ui cogìioscere nostro/, Quam- (SL) C'ide. Suono imitativo : si- quam animus meminisse fiorre>, . . . mile in Ovidio (Met., XI): CoUapsa- Ineipiam. — Piange. Inf. XXXIII, que corpore foto est, 3 : Parlare e lagrimar mi vedrà' in- sieme. >^^g»o