Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/180

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60 INFERNO 9. E '1 duca mio distese le sue spanne, Prese la terra, e con piene le pugna La ^ittò dentro alle bramose canne. 10. Qual' è quel cane che abbaiando agugna, E si racqueta poi che 1 pasto morde, Che solo a divorarlo intende e pugna; 11. Cotai si fec r quelle facce lorde Dello dimonio Cerbero, che introna L' anime sì eh' esser vorrebber sorde. 12. Noi passavam su per 1' ombre che adona La greve pioggia, e ponevàm le piante Sopra lor vanità che i)ar persona. 12. Elle giacén per terra tutte quante, Fuor d'una, che a seder si levò, ratto Ch' ella ci vide passarsi davante. 14. — tu che se' per questo inferno tratto (Mi disse), riconoscimi, se sai: Tu fosti, prima eh' io disfatto, fatto. -— 15. Ed io a lei: — L' angoscia che tu hai. Forse ti tira fuor della mia mente Sì che non par eh' i' ti vedessi mai. fu?, stai., Il: O'nnei capitum svb- H. (SL) Facce. jEn., IV: Tiia rexil hiatus. Qui forse (rema anco ora. Il Cerbero dantHs-io non ha ceffo per la memoria, di Teseo. Inf., IX di cane: latra caninamen'e, a modo {■iì Cerbero). di cane, — Introna JEu., VI; Per- (F) Fermo. Cerbero co' suoi la- sonat. Ov. Mei., Vii: Rabita qui Irati è simbolo della rea coscienza, concitus ira Implevit pariter fernis della quale Isaia: Vermis eorumnon lairatibui auras. — Anime Ma , VI : morietur [LWl. H\. lagena junitor antro jE'emuni la- 9 (SD Gitlò Mn.t VI: Offam trans exangues lefreat umbrQs. objicit Quivi d'una ciambella sopo- 12. (L) Aduna : doma.. — Per nona : rifera. del cortio. (F) Térra.*l\Iostra la viltà della (^L) Adona. L'us^ il Villani fiera, cioè del vizio. Qui meglio s'in- (VI, 80). — Persona Mn., VI: Te- tende quello del '-aitio l: Non ci- miei sme corpore vitas.. rana sub berci terra. — GWò. Virgilio è la imagine tornifc. - Domos Dilis va- ragione che vince la tì^ra vile. cuhh, et inana regna. 10. (L) Agugna: agognar al cibo. 43 (L) Ritto: losto. — Ci: noi — Pugna: par comballa col cibo dfivanii a ^é. mangianlfdo avido H {LìDìì atto: morto —Fatto: n&lo. {>L) Cine II Cerbero di Dìnte {S\.) Disiano Bocc. : Ilmno sé non è proprio un oane.ripe'o, è un meie4ihidi<one<tamenlerìi-ifatli({ìC' demonio, come Caronte e Minosse, cisi) Per n.orto l'avevano i Francesi I>eió la similitudine reecre. — hi Ano nel 5'^0 (Moniluc, I, 32) tende. Som , I, i, 49: Leo occidens 15. (L) Ti'a: traslimra l'imagine. ceroum, intendit cibum. Intende e (SL) Tira. Il contrario dell'im- pugna rendono insieme il simile pressione, che fa quasi entrare nella senso del latino contendere. mente l'imagine ; e ve la ferma.