Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/183

Da Wikisource.

CANTO VI. 63 28. Dimmi ove sono, e fa ch'io gli conosca; Che gran desio mi stringe di sapere Se '1 ciel gli addolcia e lo 'inferno gli attosca, 29. E quegli : — Ei son tra 1' anime più nere : Diversa colpa giù li aggrava al fondo. Se tanto scendi, gli potrai vedere, 30. Ma quando tu sarai nel dolce mondo. Pregoti eh' alla mente altrui mi rechi. Più non ti dico, e più non ti rispondo. — 31. Gli diritti occhi torse allora in biechi; Guardommi un poco, e poi chinò la testa: Cadde con essa, a par degli altri ciechi. 32. E *1 duca disse a me: — Più non si desta Di qua dal suon dell'angelica tromba, Quando verrà la nimica Podestà. 33. Ciascun ritroverà la trista tomba, Ripiglierà sua carne e sua figura, Udirà quel che in eterno rimbomba. — sillabe » che co«ì pronunziavano. Petr : Ecco Ciri da Pi<toih Guitton d'Arezzo — Degni. Li kda. n«'n come pecca'ori ni.* com'^ ber'pmerlU riitadinl. Ru>^1inicfi. Ipf . XVI. — Mosca. Inf, XXVlil — Po<er. Eool., VIH, 16: Apfjosni cor n.eutn nt nei- rem sapieniiam D'no. XII: Poniite Vanirrio a Quiia che la nostra città debba posare. 28. (L) Ad'ioleia, consola. — At- tosca d'»^tprna amarezza. (SL) Addolcia. Prov . XXVII 9: Anim>i óulcoiatur. — Attosca. Nel i^ovellino e in Esopo. 29 (5L) Aggrava. .Efi , VI: Ur- gentur poeni<. 30 (SL) Dolce. Mn. , \l : Dulcis ritue — Rechi I non vili Dante fa desiderosi di vivere np|U memoria degli uomini (Inf, XHl XV, XVI e altrove). Ciicco dunque era a D^nte uomo non tanto dispregevole. E i disi^orsi ih' e' gli pone in bocca sono di pio cittadino. 31. (SL) Torse. Georg, IV: Ocu- losintorquens. — Cadde. Lucan.,Vl : Sic poitquam fata peregit Sialvultu rncealui tacilo, mortemque reposcit. — Ciechi, Nel canto seguente, guerci della mente rIì avari. Ciechi, innol- tre, per la g'-andine tenebrosa. (F) Ci'Chi Som. (de 'dannati); Caecitas et htbeludo. 32 (L) Di qua: prima del. ,— T'omba del giudizio. -'Podestà: di Gesù Cristo (SL) Verrà Nel Vangelo pa- rola solenne dell'ultimo avvenimento di G. C. — Podestà. Nel Paradiso soddisfarà, e nell'uso comune Feti- cUa, Trinità. (F) Drisfa. Dal letargo tormen- toso in cui giace a pena della cra- pula s^onnnienta. — Podestà Dan., VII. U: La potedà dt Lui , pot&ità eterna. VirgiHo. a Giove (^Én., X): hofhinum ùicunique eterna pote- St '.<i. 33. (L> Q'iel: la sentenza. (-L) T'ista, che chiude un corpo dannafu a pena la quale dopo la risurrezione s'aggrava. — Ripi- glierà Som..- Ripreio il corpo. Se- gntTi : Se voi poteste ritornare nel monio e ripigliare i vostri cadaveri. — Quel. Maiih. , XXV , 41; Itene da me, maledetti nel fuoco eterno. {¥) Rimbomba. Som. ,3, 59^ 5: Suppl. 83 (dei Giudizio).