Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/229

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CANTO X. 103 4. Ed egli a me : — Tutti saran serrati Quando di Josaff'à qui torneranno Co' corpi, che lassù hanno lasciati. 5. Suo cimitero da questa parte hanno, Con Epicuro, tutti i suoi seguaci, Che l'anima col corpo morta tanno. 6. Però, alla dimanda che mi faci, Quinc* entro soddisfatto sarai tosto, E al disfo ancor, che tu mi taci. — 7. Ed io : — Buon duca, non tegno nascosto A te mio cuor, se non per dicer poco; E tu m' hai, non pur mo, a ciò disposto. — 8. — Tosco, che per la città del fuoco Vivo ten vai, così parlando onesto, Piacciati di ristare in questo loco. 9. La tua loquela ti fa manifesto Di quella nobil patria natio. Alla qual- forse fui troppo molesto. — 4. (L) Saran...: dopo il giudizio non n'avrà a cadere altri. (F) Josaflà. [Soeì, ITI. 2: Con- grcgabo omnea g&nles, et deiucarn ea$ in vailem JoiaphaL.] Somma, 3 88. 5. (L) Suo : lor. — Fanno: dicono. (SL) Fanno. Inf., l : Fai cotanto mesti. (F) Cimitero. 11 ricco del Van- p:elo (Lue. , XVI , 2-2) , epicureo nel fatto, fu sepolto in inferno. — Epi- curo. Il Ferreto dice d'Uguccione, eh' altri vuole tanto ammirato da Dante : Amò seguitare gli atti degli epicurei. 6 (L) Faci : fai. — Disio di ve- dere due al'i Fiorentini. (SL) Taci. Virgilio indovina 1 deslderii e i pensieri di Dante (Inf., XVI , XXIII , XXV). Ma di Farinata domando Dame nel VI. 7, (L) Per : per non essere grave a te. — Par: sol — Mo ■ ora. (SL) Cuor Greg. Mor.,X: Cor tegere. — Mo Forma fiorentina, co- me dicere e fet/no, onde Dante è co- nosciuto per llorenlino da Farinata, e alla [«ronunzia altresì (inf ,XXXlll. E XXVI h. — Di'podo. Quando gli disse: Non ragioniam di lor Le cose ti Hen conte (Inf., Ili, 1. 17, 26): e quando gli fece cenno che stesse cheto (inf., IX, t. 29). E coli' esem- pio del dire parco. 8. (L) OnestOy e di modestia me- glio che a' ftlrganza. {iL) Oneito. Inf., II: Parlare onesto. (F) Foco. Dante condanna, co- me la terrena Inquislziune, gli ere- tici al fuo'^o e gli usurai e quelli di Sodoma (Inf., XIV, XV). 9. (L) Quella : H'iri-nze. (SL) Nobil. Dino (ai Fiorenti- ni) : Voi poseiete la più nobile ciltd^ del fitondo. Bocij. : Firenze tra le al- tre città italiane più nobile, (F) logitcii. IN-^l Convivio parla del naturale amore d^^lla prouria lo- quela. Matlh, XXVI, 73 : Loquela tua manifeslutn te facit. Il Boxacelo , nella Vita di Dante, dice il poema scritto in fioreniino idioma : e nella Volgare Eloquenza Dante dice essere più nobile la lingua parlata : Q'iam, sine omni regula, nutricem imitan- tes , accipiinui : più nubile perchè prima a usarsi, e perchè tutti l'usa- no, e perchè naturale. Dunque la nobile sua loquela lo dimostrava na- tivo di nobile patria. — Molesto, ^Neila rotta dei Quelli, che ne mori- rono diecimila. E dice foi^se per non s' incolpare affatto ; e in quel forse