Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/237

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C ANTO X. 111 ANTIVEGGENZA DELLE ANLME DE' TRAPASSATL MACCHINA DEL POEMA. Il Foscolo loda Dante, come d'un suo trovato, del fare che le anime veggano il futuro lontano, e del presente non sappiano; acciocché cosi facciasi al Poeta comodità di raccontare ad esse la storia di certe cose, e di certe altre sentirsela raccontare da loro. 11 trovato sarebbe inge- gnosetto, e proprio da dramma o da romanzo moderno: ma trovato non é; e come altrove, qui Dante attinge alla gran sorgente delle tra- dizioni, eh' è la vera fonte de' veri Poeti. I quali più che inventare, trovano ; e non nelle nuvole, ma edificano sul fondamento fermo delle credenze de' tempi. Non sarebbero a Dante mancali altri spedientl molli e più semplici a cantare e il presente e il futuro , come voci e apparizioni dì spiriti celesti, o digressioni , e Impeti lirici suoi (delle quali cose il poema abbonda) se lo spediente notato non gli si fosse otferto dall'opinione de' Padri intorno alla conoscenza delle anime se- parate, opinione fondata non solo in alcune parole della Bibbia, ma e nella filosofia dominante. Insegna Tommaso che Vanima separata conserva la scienza acqui- stata (1) ; vede i demonii e gli angeli, come il ricco crudele vede dai tormenti la gloria del povero già spregiato (2). Ma se degli angeli ha cognizione imperfetta, dell'altre anime V ha più piena. La sostanza separata dal corpo intenderà quel che è sopra e sotto di lei al modo che porta la natura sua propria; intenderà non volgendosi ai fan- tasmi, ma alle cose che sono intelligibili in sé ; onde intenderà sé per sé stessa. Gli angeli hanno perfetta e propria cognizione delle cose; e le anime separate, confusa : onde gli angeli conoscono anche i sin- golari sotto le specie contenuti ; ma quelle anime non possono cono- scere per via d'esse specie se non que' singolari soltanto ai quali sono in certo modo determinate , o per precedente cognizione^ o per alcuna affezione j o per naturali abiti, o per divina ordinazione : dacché ogni cosa ricevuta in altra , ci sta al modo che porta la natìira del sog- getto ricevente. Dottrina dell' antica filosofia, raffermata e illustrata in nuovo modo e più ampio da Antonio Rosmini , alla quale invano s' oppose taluno con leggerissima loquacità , si è che 1' intelletto per natura sua vede gli universali, e quindi per operazione seconda i singolari: e di qui Tommaso deduce che l' intelletto, separato dagli organi corporali, co- nosce per ispecial modo alcuni singolari, ma non tutti ncppur quelli che sono al presente. E reca quel di Giobbe : Sive nobiles fuerint filii ejus, sive ignobiles, non intelliget (3). E dichiara così: L'anima sepa- rata conosce i singolari per questo , eh' è determinata a quella cono- scenza per il vestigio d'alcuna precedente cognizione o affezione , a ptr ordinazione divina. Or le anime de'morti segregate dalla conver- sazione de'viventi e congiunte a quella delle sostanze spirituali sepa- rate da'corpi, ignorano quel che si fa tra di noi (4). E siccome le cose corporee e le incorporee sona diverse di genere, così sono distinte di cognizione (5). Quanto all' anime de' beati. Gregorio afferma che (1) Som., i. 2, 89 : e gli altri passi (X) Job. XIV, 21. della Somma son tutti di questa me- (4) Qui cita Greg. Mor.^ H. desima Questione. (5) Aug., de cura prò mort.^ XIU : (2) Lue, XVI, 23. V / 8 , f