Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/249

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CAJJ70 XI. 121 Htare l' allrui, talvolta usa violenza, talvolta dolo. Se il dolo è in sole parole, dicesi fallacia, se con giuramento, spergiuro: e se il dolo com- meitesi in opera; quanto alle cosp. , sarà frode; quanto alle persone, sarà tradimento. Di qui sì raccòglie vieraearlio come il Poeta faccia la Lupa ammogliarsi a molli animali, e, più che tutte le altre bestie, avere preda (1); perché dall'avarizia nascono, o con lei crescono, i peccati e i vlzii quasi tutti. E però profondaraenie Tommaso i3) : N^on accade che i figli d' un peccato capitale appartengano ai vizii del gè- nere stesso; che al fine d'un vizio anco i peccati d' altro genere pos- son rivolgersi. Abbiamo pia ne' passi recati sentito numerare parecchie delle colpe alle quali Dante destina una bolgia da sé: altri ne rincontriamo in questo d'Aristotele; anche qui a proposito degli avari : Generi d'a- varizia: tenaci, gretti, operanti servigi vili, viventi d'amori venali ^ usurai,.... giuocatori di sorte, spogliatori di morti, ladroni (3). Con- giunge alla forza la frode e alla frode l'avarizia anco Virgilio, lad- dove alle età pacitìche fa succedere la rabbia della guerra e 1' amor dell'avere (4). E qui cade a no are sirigolar consonrinza delle dottrine recate con un passo eh' è nei Bollandisti : « Qumio la povertà é lu- minoso e mirabile indirizzamento a virtù, tanto l'amore della pecunia è vile e reo strumento di vizio: con verità l'Apostolo Paolo lochiamo causa e fonte di tutti i mail (Si. Di qui seguono la cupidigia de' di- letti, gli spergiuri, le rapine, le stragi, 1' invidia, l'odio fraterno, le guerre, l'idolatria, la smania del -sempre ingrandire; e, rampolli dei mali su Idetti, 1' ipocrisia, l'adulazione, la buffoneria, delle quali con- vìenjron fessa re essere causa I' amor del danaro. ÌSé solo Dio punisce costoro; ma eglino se medesimi distruggono dentro, portando sempre un appetito insaziabile ; e del desiderare non hanno termine (6); ed è insanabile piaga. Sempre l'amore della pecunia porta seco l'in- vidia (7). » Ecco dunque nell'ordine suo penale l'Inferno di Dante. La forza ingiusta offende gli altri uomini nella vita e nell'avere; quindi gli omicidi e i feritori e i devastatori e i predatori dell' allrui in un liume di sani'ue. L'uomo fa forza iusìusla a sé nella vita, ucciden- dosi; nejrli altri beni^ disperdendoli e abusandoli in modo da condursi a vile disperazione; onde i suicidi insieme coi prodighi di-<perali : non i semplici prodighi: i suicidi, tronchi che sanguinano sotto i morsi ilelle arpie: i prodighi, quasi here che corrono inseguite da cani e sbranate. Si volge la forza ingiusta contro Dio negandogli onore in atti empii, o in parole, o violando le leggi df^lla nafura sua figlia, o dell' arte eh' é figlia della natura ; i quali vizii punisconsi con una pioggia di fiamme. La frode, come più nera della violenza, è più basso e più tormen- tata. Que' che la usarono per trarre da vili passioni altrui vile lucro, che per proprio diletto crudele incrannarono donne , sono frustali da' diavoli : jrli adulatori giacciono nello sterco ; i simoniaci, capovolti in buche infuocate ; gì' indovini e maghi hanno la faccia per forza ri- volta dalle spalle: ì barattieri, tuffati nella pece bollente ; gl'ipocriti camminano gravati in cappe di piombo dorate ; i ladri, morsi da serpi (1) Inf., I: Piirg., XX. (6) Purg., XX: Fame senza foie (2) Som. 2, 2, il 8. cupa. (3 Eih.j 'V. {l)\i\l.\. Là onde iiìviiliij pri-na, (i) /Eli., VIIL diparidlla Bolland., 1,247. Vit.s. Sia- lo) Par., TX : // mnlaicllo fiore Che ci etica. ha dt\pUìtc.