Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/250

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122 IN PERNO che si atlortigliano ad essi e si trasformano ne' corpi loro; que' clie frodarono altrui con consigli perfidi e fecero quasi un furto del vero, avvolti entro una fiamma che li invola alla vista; i seminatori di di- scordia, secondo che più o meno grave scissura fecero, lacerati o mon- chi troncali nelle mani , nel vi-^o, nel petto, o reciso il capo dal busto que' che falsarono o la verità con parole o il prezzo delle cose con r opera, sbrananlisi tra loro , o giacenti e ricoperti di piaghe e di lebbra puzzolente. Queste specie di frode esercitansi in genere con- tro chi non ha fiducia speciale , e però offendono la fede pubblica e la società, non infrangono i più stretti e più sacri legami. Ma sotto alle bolge digradanti nel pozzo profondo sono i traditori nel ghiaccio in quattro schiere: quei che tradirono fratelli o altri congiunti; que' che tradirono la patria, che è parentela più intima come di madre; que' che tradirono i benefattori, che son da tenere più che se padri; que' che tradirono o Dio o il re che, nel concetto di Dante, è 1' ima- gine di Dio sulla terra. Or egli dichiara il perchè fuori della città infuocata rimangono i lascivi, i golosi, gli avari e i prodighi, gì' iracondi con gli accidiosi e con gì' invidi e co' superbi ; e lo dii hiara con le dottrine d' Aristo- tele suo maestro. Il quale distingue l' incontinenza àjtpxaia, la malizia xax'ta «^ la bestialità :^v)QtOTy)?. E bestiale fa. sinonimo a. vile (l). E incontinenza , dice Tommaso , non serbare il modo della ragione nella concupiscenza degli onori, delle ricchezze e d' altro simile, che in sé pajono essere bene (2). Per essa, la carne che brama contro lo spirito, lo soverchia. Onde Aristotele (3) : Se alcuno è vinto da forti e soverchianti dilettazioni o tristezze, non è da stupirne ma da scu- sare. E ben lo stesso filosofo noia, che l' incontinente non falsa il sU' premo principio del vero, ma eccede nel desiderio del bene e erra nella scelta de' mezzi ; nell' incontinenza 1' uomo , anco nell' atto del mal fare, in certa guisa si pente o arrossisce. L' incontinenza, sog- giunge Tommaso, è nella violenza degl'iracondi, nella veemenza dei malinconirj, che sono di complessione troppo terrestre , nella rilas- satezza de' flemmatici , nella debilità delle femmine (4). il che di- chiara la sentenza del filosofo : Due sorte sono di incontinenza ; la sfrenatezza che previene il consiglio della ragione , e la debolezza che non si regge a seconda di quello. Può l'uomo essere incontinente di piaceri, d'onori, di ricchezze, dì cibi, di sdegno; può, cioè, non si sapere ne' movimenti suddetti moderare ; ma il mal dell'incontinente non è malizia profonda.' Ecco perché alcuni vizii sono puniti e dentro e fuori della dantesca città; l'avarizia fuori, dentro la simonia; per- chè la prima è incontinente desiderio, l' altra è malizia i)iù nera. Ma v' è, secondo Aristotele stesso, un' incontinenza più colpevole e da riguardare come un certo genere di malizia; massime quella in- continenza che trascorre a essere intemperanza, ed è dal lilosofo di- stinta così : L' incontineìite sa che le cose desiderale da lui soìt cat- tive : V intemperante si gode nell' abito ; quella è terzana , questa è tisi. - L' intemperante , anco con pochi incentivi, ama il male (5). E forse anche per questo il Poeta pone quasi anello quell’incontinenza che viene da incredulità; e, collocando gli eretici tutti a pena men dura de' frodolenli , poi gli scismatici a pena più grave (0) , mostra (1) Poi. (3) Eth., VII. (2) Som., 2,2,i5G. AllrjOve(l,1, 6) (4) Som , 2, 2, 156. incontinenza è spiegato per concupi- (5) Klli., VII. scenza^ che è di per sé moto naturale, (6) Inf., XXVIll. pervirtito poij non con tanto delibe- ruta malizia come la frode.