Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/264

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184 INFERNO droni ; ai principi poi la podestà pubblica commettesi per questo che siano della giustizia custodi, e però non è lecito ad essi usare vio- lenza e costringimento se non secondo tenore di giustizia , e ciò con- tro i nemici con la guerra o contro i cittadini rei con la pena. Se poi contro giustizia essi prendono violentemente le altrui cose , com- mettono rapina e sono alla restituzione tenuti. E quanto alle prede di guerra^ è da distinguere che se la guerra sia giusta , le cose con forza acquistate in guerra diventano di chi le prende; e cpiesta non è rapina : quantunque si possa anche in guerra giusta peccare con V intenzione per cupidigia di preda; cioè, quando non per la giustizia principalmente combattasi, ma per la preda (1). E quanto a' principi j se eglino da' sudditi esigono quel che è ad essi dovuto secondo giu- stizia per conservare il comun benej anco se violenza s' adoperi, non è rapina. Ma se indebitamente per vielenzn estorcano , gli è rapina siccome il ladrocinio, onde dice Agostino (2)- Remota justitia, quid sunt regna nisi magna latrocinia ? Quia et latrocinia quid sunt nisi parva regna ? Ed Ezechiele (3): Principes ejus in medio illius quasi lupi rapientes praedam. Onde sono tenuti alla restituzione siccome i ladroni, e tanto più gravemente peccano do' 1-adroni, quanto più peri- colosamente e più comunemente contro la giustizia pubblica fanno: della quale son posti a custodi. Tranni maxime violientias subditìs inferunt (4) ; e Aristotele (o) : I tiranni che guastano la città e rubano le cose sacra non chiamiamo semplicemente illiberali, cioè avari. Il motto di Geremia {6}:praedo gentium corrisponde al titolo che dà Lucano al Macedone di felix praedo (7) ; e forse ad ambedue i passi avrà Dante avuta la mira. L' Ottimo a questo luogo: È da notare come la tirannica signoria è pestilenziosa e malvagia... Intende il tiramio solamente il suo bene proprio ; di che elli è male di tutto il rimanente. Item è iracondo ac- ciocché li sudditi per forza non sperino in alcuna sua tranciuillitade... Ed è senza ragione rubesto e fiero.... e cjuesto perocché non si fida: elli crede che ciascuno procuri il suo distruggimento. Ed è salvatico, che mai colli suoi cittadini non usa , né ha con loro dimestichezza o fxmiliaritade ; e questo perchè 7iol conoscano, e perchè 7iol trovino la- scivo e abile alti loro voleri.... Toglie le forze d'ogni singolare per- sonaj perchè non gli possano rubellare ; vive con gente strana e di mala condizione, li quali per la loro crudeltade tengono sotto paura tutto il popolo.... E però che litiranni hanno tali condizioninel mondo^ sì li accompagna là con quelli centauri^ animali mostruosi. Tommaso (8) : Tyrannorum dominium diuturnum esse non potest cum sit multitudini odiosum: che rammenta quello dell' Vili del Pa- radiso: Se mala signoria che sempre accana Li popoli suggelli. Ma quella sentenza è per terrore e ammaestramento de' popoli temperata dall' altra (9) : Tyranni sunt instrumentum divinae justitiae ad pu- niendum delieta hominum. Due volte, a quel eh' io rammento, ha Dante la voce tirannia (10), due volte la voce tiranno, laddove dice che Romagna non è, e non fu (ì) Aug., Ver. Dom., ser. XIX: .Vj7ì- (7) Phars., X. tare per la preda è piccato. (8) De Reg. priii., I, 10. (2) De Civ. Dei, IV. (0) De Reg. priii., Ili, 7. Cosi di- (3) XXII, '27. cliiura quel d'Osea (Xill. Il): DuOo (4) Som., 2, 2, 118. libi rcricm in furore tnen. (5) Elh , IV. (10) Inf., XII, t. 4i; XXVII, l. 1$. (fi) IV, 7.