Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/288

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156 Inferno FILOSOFIA STORICA DEL POEMA. E ANCHE DEL LUOGO D'INFERNO. Quella eh' ora chiamiamo filo^olìa della storia , cioè la considera- zione delle lejjgi che governano J fatti umani, e delle cause e de' fini, le quali e i qiali possono solo rischiarare la narrazione delle occa- sioni e de' casi; la tilosoila della storia, nata innanzi al Cristianesimo, raccolta siccome in germe nelle parole di Mosé e de' profeti, fu dal Cristianesimo svolta e ampliala. Dante, e per Istinto e per medita- zione, ci aveva la mira; e lo provano, oltre al primo e al quattordi- cesimo dell'Inferno, e oltre al sedicesimo e al trentaduesimo del Pur- gatorio, e oltre al sesto e al ireniaduesimo del Paradisi» e ad altri luoghi parecchi, il Convivio e la Monarchia, e la slessa Volgare Elo- quenza. In questo Canto rappresentasi la vila dell' umanità com' un uomo, e le et.i del mondo come parti d'un corpo , formato di più o men prezioso metallo. L'imagìne lungamenie d '-scritta nelle Metamor- fosi è da Virgilio toccata a proposito delle duo cose che più impor- tavano a Dante, la religione e l'Italia. Nell'egloga quarta le lodi di Pollìon? son riguardate da D;inte come un vaticinio della reliiiione di Cristo, prenunziaia dal Poeta inconsapevole; e il verso: Jam re- dit et virgOj redeunt calarnia rt-yna, é tradotto nel ven:iduesimo del Purgatorie : Toiua giustizia e ijrimo tempo umano Né a caso sarà parso a Dante che l'eia dell'oro fosse denominata dal regno di Sa- turno, e che Saturno regnasse nella terra latina. E Vir-'ilio appunto nell'ottavo dell'Eneide airitalia specialmente appropria qu«dla distin- zione delle età dell'oro e d'altri metalli : Deteriur dome pauUatim ac decolor cetas... Tarn reges... E perché esso Virgilio nel sesto promette rinnovellata a' tempi d' Augusto la civiltà pacitica di Saturno, però Dante lo sceglie a sua guida, siccome il can ore della Monarchia, da non si confondere co' regni ferrei, la quale egli in fantasia vagheg- giava. Il vecchio, figu a della vita del mondo, sta ritto siccome quello che mai deve giacere in vile riposo; sta nella montagna di Cre.a ^1>, ohe (\) Forse l'esule inferce pensando accenna alla comunanza d'origine fra* al inuiilf Idi, I idiciva in Cdore qii I Troiani e Crei si ; e eo>i, iiuii msno verso: Lumincl Idi xupiVj priì/'tigtt dottamente che pìuinente, congiuoge il gratissima Teucris (/Eu., X) cheèdel- sangue greco al Ialino. l'Ida nell'Asia Minore. Con ciò Virgilio