Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/303

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CANTO XV. 1(39 DELLA CHLVRÉNTANA , E D' ALCUNE VARLVINTI DI DANTE. (liCttera a 1%'sccolò Filippi di Trento.) Lo scritto del professore LiiucUi mi piace e rischiara in modo nuovo il verso di Dante; ma il Dembslicr non intendeva che fosse Carintia il Tirolo. Quantunque in antico il nome di Carintia si distendesse a ben più larghi conlini, e forse signiticasse la regione montana, come suona la radice ar, non solo nelle lingue orientali , ma in altre di- molte. Dante pur disse lombardi i parenti di Virgilio: non fece con ciò Virgilio longobardo. Né credo che quelle voci e modi che nella Commedia sono, e sono nel dialetto di Trento , il Poeta le traesse di costì, non dall' uso toscano. Que' medesimi modi troviamo in Toscani che mai non videro Trento. Ed è cosa dimostrata oramai, che il Poeta da' luoghi dell'esilio attingeva affetti, pensieri, imagini, non parole. Ma quella lista, giova alla storia della lingua; e lascia indurre che Dante avrà nel Trentino rincontrati vestigi, più che adesso non paia, della favella materna. M' era già nota la varia lezione : die suggcr dette a Niìio (1) ; ma la mi pare affettata, e non di quella potente evidenza che è propria del Nostro. Nel succedette è adombrata la morte del marito e la ca- gion della morte, e quel che Semiramide fece e patì, succedutagli. Nel mio Comenlo non ho disputalo delle varie lezioni né dette le ragioni della mia scelta; che m'avrebbe condotto a lunghezza infi- nita: ma qui per saggio darò qualche esempio. . . . . Lupcij che di tutte brame Sembiava carta nella sua magrezza (2) : ntlla, non colla ; perchè nella magrezza par di vedere incarnate le brame : e risalta il contrapposto tra le idee di magrezza e di carca. Or se' tu quel Vigilio, e quella fonte Chi spande di parlar sì largo fiume ? (3) Della fonte è lo spandere , non di Virgilio ; no spandi , dunque, ma !<pande. Me degno a ciòj ne io né altri crede (4) : il crede riempie il verso, ma è riempitivo troppo alflerìano. (l) lof., V, t. 20 : Eli' è Semiramìs (2) Inf., 1, l. 17. dì cui si legge Che succedette a ÌSino, e (3) luf., I, t. 27. fu sua sposa. (4) Inf., II., t. Il .