Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/450

Da Wikisource.

INFERNO 25. Mentre eh' io forma fui d' ossa e di polpe, Che la madre mi die, 1' opere mie Non furon leonine^ ma di volpe. 26. Gli accorgimenti e le coperte vie r seppi tutte ; e sì menai lor arte, Che al fine della terra il suono uscie, 27. Quando mi vidi giunto in quel'a parte Di mia età, dove ciascun dovrebbe Calar le vele e raccoglier le sarte; 28. Ciò che pria mi piaceva, al lor m' increbbe: E, pentuto e confesso, mi rendei: Ahi miser lasso ! e giovato sarebbe 29. Lo principe de' nuovi Farisei, Avendo guerra presso a Laterano (E non con Saracin' né con Giudei; 25. (L) Forma: anima avvivante il corpo. (F) Forma Som.: Essendo la formi deW uo'tio coaa naiurtiley ri- chiede d'teriuinat'i m'iterii . cioè canie ed os<i, che citnien porre nei/» deimztonf. af.W no «o: i<:oine dal Filt>>oio{ Ki\<\. Mei VII). Liit; , XXIV 39: Soiritui ca'-ni'm, et, 0i<a ìioa htb<'t Ov. viet , IV: Exiangues sine corpi>re et ossibus umbiae 26 (L) Ftue: coufiae. — Suono: fama si sie>e. (SL) Fine Somiat. : D fini ■ della pdrii Caro: De' xuoi fini in banio. — U<cie P-i«. XVlli^ 4: In omne'n terrin exioit ^onu< eo- rum Umo I II: /i buon Gutdo da Monte: diro , di cui nr-izioiia fama volo per tutto il mondo (F» Vie. Som. : A iaHuzia ap- partiene ritrovale c*irte vie appa- renti e non nere a con enn<r>', il fin<ì pr»po<ilo ; eV e e.cazione deU'aitnzi'i si la per dolo in parole, per jroie in t'tt i 27 (L) Età- presso ai 74. — Ca- lar : darsi » Dio. (^L) Giunto. En. . X: Metas- que dati p'-r' e.nit ad làem. (Fi S rie Conv. : L'anima in vechiii^ rdo-na a D o, aiccome a alletto porto qh'V eU'i d pnrlio. . Co il come il buono marinjiro, chs, covi' elì§ appropinqua diporto, cala le sue vele, e soavemente con debile conduci me alo entra in quello ; con noi doorf.mtno cala-e l" v^le delle noitre mondana' operazioni, e tor- nare a Dio . C'erto il caoalier»' Lin- ci toUo non voi' e entrate con le vele alta; ne >l nobilii^imo nostro Ialino Goit-o Monieieitrano .. nella loro lunga e'a a letiyione si reniero , ogni umano aitétto e opera aipo- nendo Se 11 : Incipiaynus in i^ne- date vel i colliyere.. .-In frelo cixi- ■niu<y inoriiniur in porlu. Semini. : RaccotfUer le relè. 28 (L) Pmiii'o ' pentito e confes- salo — R.'njiei frate. {■L) Confesso. Gio Vili., Xtl, 10: Ania-sne, a Roma confesso e pen- tito ae' iuoi peccati — Rendei. Gonv. : A -etigiotie si renderò. 29. (L) Principe: Bonifazio Vili. — Si'acin' dt-l portar arme e vel- luvatclie agli infedeli s' erano fatti rei cerii l -^liani (SLi [ Principe. G\o Vili., Vili, 23 ] — A enio S'»m : H ibent bel" lu a j'iituiii. — Literono Cui Co- lunnt-^i 'h' avevtfio lor ca'^^- uresso qu Ila b.silica. Fin dal «290 i Go- lonna erano ti'andi nello si lo Ro- mano; li >n fizio li lemt^va. li Pe- trarca di lu' : FatminobU ille de terris.. et dictii nunactbus intona- bat. Bmira/.io (narrasi; forse non vero) per saziare le libidini d' un suo