Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/486

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850 INFERNO OA^IN^TO XX,X. ARGOMENTO. Siaììio tuttavia nella decima, de' rei di falso. Quivi, dice Vanonìmo, han pena i sensi tutti ; la vista dalle te- nebre {se più lume vi fosse); Voreccliio da' lamenti (strali di pietà ferrati); l'odorato dal jmzzo (marcite membra); il tatto dalla pressione dell'uno sull'altro (qual sovra'! ventre...}; il gusto dalla sete rabbiosa. Qui trovati Poeta Mirra e Gianni Schicchi che corrono l'un dietro V altro e si mordono, ed altri forse fanno il simile dietro a loro : trova M. Adamo e Sinone che sì svillaneggiano e si per- cuotono. Nota le terzine 6 ; 8 alla H: 17, 19 ; 21 alla 24 : 20, 28, 29 : 31 alla 43 ; 45 alla fine. 1. liei tempo che Giunone era crucciata, Per Semole, centra '1 sangue tebano (Come mostrò una e altra fiata); 2. Atamante divenne tanto insano Che, veggendo la moglie co' duo figli Andar carcata da ciascuna mano; 3. Gridò:- — Tendiam le reti, sì eh' io. pigli La lionessa e i lioncini al varco: — E poi distese i dispietati artigli, i. (L) Fiata; nella morte di Se- Semele, allevò Bacco nato di lei e di mele, e poi. Giove (Ov. Met , IH). {SU Crucciata. In Ovidio, Giù- .3. (L) La: Ino e 1 f\^h. _— Arligh. none srende all' Inferno a invocare quasi fif^ra. le Furie perché infacinus traherent (SD G/it/ò.Ovd. Mt>t., IV; Pro- Athamania (hifl., l\). Siili.: linde iinus yEolides media furibmidiu in qravpi irne cognata in macnia Bac- aula Clamai: lo , coniitea ! his relia clìO Qiiod saecae Jnnonis opus, cur tendile syln<<. lìic v>odo cura gemina sump\erHarcumlnfelix Alhamascur viia est ir.ihi prole laeena. Uiqnefe- aon e.cpnoerit inqens Jonium, socio rae,iteq'iHur vcaiigiaconjagiìi an,em: cnnra Palaemone, mater. — Sernclé. Deque dnu matrii ridentem, et parva DKtmione e Cadmo, re lebino, nac- Lcarchum Brachia Icndentem, rapit; quH Ino moglie d'Atarnanto, e Semele et bit terque per aurai Mure rolnt ramata da Giove ; e quella, morta /^fn.idR, Vedi anche Ov. Fast, VI, 479.