Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/553

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CANTO XXXIVi 417 iascivi erranti per una valle tutta ghiaccio (i), le male femmine stra- scinate per mezzo a una selva di pruni i2) , gli omicidi tulTalì in bronzo fuso 3), sacrileghi in un lago di fiamme, i simoniaci in un pozzo (4) senza fondo. E nel centru dell'abisso un verme (5) stermi- nato clic inghiottiva e rigettava anime dannale a fasci. In un' altra visione, alla vergine Veronica sovente Cristo mostrò le colpe che gli empi uomini commettevano: e diceva Cristo a Veronica: Bada, figliuola mia , di quante scf^lleraiezze pecchino in me i sacer- doti miei (6), che, ogni \enerazionp messa da banda, con sfacciata fronte al mio altare s'accostano a olTrire l'ostia divina. Considera al- tresì, figlia mia, con quanta pazienza (7i io lì soffra (8). Mentre Veronica godeva i regni superni^ da Cristo, il quale un coro d'Angeli circondava, é condotta alle letre carceri dell' Inferno. 11 pri- mo luogo che le si mostra, di pena , era orribile per una profonda voragine. E disse il Signore alla vergine : Questo é il luogo infelice de' principi e de' signori (9) che sono addetti agli eterni supplizìi. Quel che segue é l'antro de' nobili e di coloro che, gontì di superbia gli eterni beni sprezzarono (10). Il terzo che vedi è il luogo dove si cruciano le anime degli usurai (11). Dei quali tanto grande pareva il numero, quanti uomini non credeva Veronica essere in tutto il mon- do (12). A questi prossimo era il carcere de' poveri, ed erano più po- chi degli altri. Poi vide un antro grande dove le anime dei religiosi erano afflitte da duri tormenti (13). E disse Cristo : Questi sono, figliuola mia, coloro che dopo professato ì divini riii delle religioni, immemori della propria salute, mi fecero gravemente contro. Queste cose ram- mentando il Salvatore, era in volto triste e terribile (14). E anco gli Angeli mostrarono in viso tristezza (15). Molti luoghi altresì di tor- menti perlustrò Veronica, dì inescogitabile turpitudine, e vide i varii generi di pene inflitti pe' diversi peccali. -Alla loro miseria aggìunge- vasi che per opera di crudelissimi demonii soffrivano atroci tormen- ti (16). E quando Veronica ebbe vista un'anima che in un vaso di ac- qua bollente (17) era inchiusa e tormentala, disse il Signore : Questa (1) Iiif., XXXII. e scg. — In altra (H^ Inf., X!, XVII. visione: Stagni di solfo, stagni di ghiae- ( 1 2) luf. , 111 : Sì lunga tratta Di geni* ciò, spazzali da un gran vento {OijiiìSiaì, eh' *' t,on «irei mai creduto Che Mortt p. 356). tanta ne avesse disfatta. (2) iof,xni. (13; r.if. VII. xix. (3)Inf., XII. (ti) Par., XXVil, t. 35. (4) Inf., XIX, XXX, XXX!. (15) Pur«.. XXX, degli Angeli: lHtt$i (6) Inf, XXXIV. nelle dolci tempre Lor eompotire a me. (6) li.f , XIX; I>urg., XX, XXXII ; P..r.. X.Wll. Nel rammentare i sacer- Par.,XXViI, ^ doli degeneranti: Ben/. ice /rasffiM/òs#»»- (7) Par., XXI : pazienzia ehe'janto bianza. E tote eccl ssi credo che in citi sostituii fue Quando pati la suprema Possanza. (8) Bolland., 1, pagina 902. (16) fi.f., XVIII, XXI, XXII, XXIU, (9) In una visione rammentata dal XXVIII. signor Ozanam (pag. 364): / signori in (t 7) Inf., XXI. torrenti di metiilli fusi. (10) Inf., Vili : Quanti si tengon or lassù gran regi!... Dante. Inferno, 27 '418