19La bellezza, ch’io vidi, si trasmoda
Non pur di là da noi; ma certo io credo
Che solo il suo Fattor tutta la goda.
22Da questo passo vinto mi concedo
Piucchè giammai da punto di suo tema
Soprato fusse o comico, o tragedo:1
25Chè come ’l Sole in viso, che più trema;
Così lo rimembrar del dolce riso
La mente mia da me medesmo scema.2
28Dal primo giorno, ch’io viddi ’l suo viso
In questa vita, infine a questa vista,
Non è ’l seguir al mio cantar preciso.3
31Ma or convien che ’l mio seguir desista
Più dietro a sua bellezza poetando,
Com’all’ultimo suo ciascuno artista.
34Cotal, quale io lo lasso a maggior bando,
Che quel de la mia tuba, che deduce
L’ardua sua materia terminando,
37Con atto e voce di spedito duce
Ricominciò: Noi siamo usciti fuore
Del maggior corpo al Ciel, ch’è pura luce,4
40Luce intellettual piena d’ amore,
Amor di vero ben pien di letizia,
Letizia che trascende ogni dulcore.5
43Qui vederai l’una e l’altra delizia6
Di paradiso, e l’una in quelli aspetti,
Che tu vedrai a l’ultima iustizia.
- ↑ v. 24. Soprato, sottrattone l’e come in comprato e somiglianti. E.
- ↑ v. 27. C. A. da sè
- ↑ v. 30. C. A. Non m’è il seguire
- ↑ v. 39. C. A. maggior corso
- ↑ v. 42. C. A. dolciore.
- ↑ v. 43. C. A. altra milizia