Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/217

Da Wikisource.
   [v. 73-84] c o m m e n t o 207

dane, che ci tiene la entrata de la penitenzia che non ci lassa intrarc ad essa et in essa. Ma dice che questa intrata, innanti che si salli ad essa àe tre gradi che significano tre atti che dè fare lo peccatore, quando vuole montare a purgarsi de le suoe peccata; cioè confessarsi co la bocca, avere la contrizione del cuore e la satisfazìone de l’opera, come si mosterrà di sotto; e sono diversi di colore: imperò che questi sono atti differenti. Et un portier; cioè viddi io Dante uno portinaio 1, che ancor non facea motto; cioè non dicea niente, perchè non eravamo anco approssimati per montare. E come l’occhio; cioè mio, dice Dante; cioè l’occhio dello intelletto, più e più v’apersi; cioè per mellio vederlo e comprenderlo, Viddil seder; cioè io Dante quello portinaio, sopra ’l grado sovrano; cioè sopra lo terso scalone, Tal ne la faccia; cioè sua; cioè sì splendiente, ched io; cioè Dante, nol soffersi; cioè non potetti patire di ragguardarlo. Et una spada nuda aveva in mano; cioè quello portonaio, Che rifletteva i raggi; ch’escivano di quella faccia del portonaio, e percoteano in su la ditta spada, e la spada li riflettea poscia verso noi; e però dice: sì ver noi; cioè in verso Virgilio e me Dante, Ch’io; cioè Dante, dirizzava spesso li occhi in vano: imperò che la mia vista non potea patire lo splendore di quelli raggi riflessi. Questo portonaio, che l’autore finge qui secondo la lettera che sia uno angiulo posto a guardia del purgatorio, significa allegoricamente lo sacerdote lo quale è portonaio de la penitenzia: però che sensa lui non si può ad essa intrare, se non fusse già che avere non si potesse. Finge che non facea motto: imperò che il sacerdote non dè assolvere chi nol dimanda; ma s’elli è richiesto, dè essere presto et apparecchiato: che elli segga in sul solliare de la porta che è di diamante, come si dirà di sotto, e tegna li piedi in sul porfido significa ch’elli dè stare a sedere; cioè in stato pacifico, umile e quieto in su la fermessa de la santità et onestà, avendo li piedi; cioè le suoe affezioni ine la satisfazione, e sopra la satisfazione dell’opera fervente col fervore de la carità: la faccia, cioè l’apparenzia e li atti tutti denno essere sì splendienti di virtù, che la sensualità nostra nolli possa comprendere; o volliamo intendere che da la faccia; cioè da la testa, ponendo la parte per lo tutto, dè procedere virtù, sapienzia e scienzia sì luminosa, che la sensualità umana nolla possa comprendere. La spada che tiene in mano significa la iustizia che dè avere ne le suoe opere, la quale dè essere nuda, non velata, nè coperta d’ipocrisia, ne la quale denno perquotere 2, e quindi in verso li altri riflettere, li raggi de la sua sapienzia e scienzia; cioè che l’opere suoe iuste, inluminate de la sapienzia e de la scienzia,

  1. C. M. portenaio,
  2. C. M. percuotere, e quinde