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c o m m e n t o |
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lagrime gittossi innanti al duca, dimandando vendetta del giovano
ch’avea commesso sì grande fallo. E ’l duca con benignità e con temperansa rispuose a la duchessa: O che faremo ai nostri inimici, se
coloro che ci amano sono condannati da noi? Ecco questa istoria
bene rimove l’animo di chi la pensa da ogni furore d’ira, et inducelo a temperansa, la quale è contraria all’ira, la quale si dè avere
da chi si vuole purgare dell’ ira; e però finge l’autore che li apparisce, perchè sopra questa ebbe lo suo pensieri, quando incominciò
a volersi ritraere da sì fatto peccato, e d’insegnare al lettore a ritraersene. Dice così lo lesto: Indi; cioè di po’ la preditta visione,
m’apparve; cioè ne la mia fantasia, un’altra; cioè donna; cioè la duchessa donna di Pisistrato duca d’Atene, con quelle acque; cioè
lagrime, Giù per le gote: imperò che le lagrime cadeno dalli occhi
giù per le gote, che; cioè le quali, il dolor distilla; cioè fa distillare
delli occhi: lo dolore è cagione, perchè l’omo piange, Quando da gran dispetto in altrui nacque: spesse volte viene lo dolore da dispetto che l’omo pillia, come prese la detta duchessa dal giovano
ch’avea abbracciato e baciato la filliuola, E dir; cioè mi parve, dice
l’autore, la ditta donna così piangendo innanti al marito: Se tu se’ sire; cioè signore, de la villa; cioè de la citta d’Atene, la quale descrive non volendola nominare, Del cui nome fra’ dei fu tanta lite;
cioè tra Pallade e Nettuno fu grande contenzione qual di loro dovesse ponere nome a la città d’Atene, poiché fu fatta e fu determinato da li dii chi producesse millior cosa per li omini ponesse
nome a la città; sicchè Pallade produsse l’olivo, perch’ella fusse
pacifica; e Nettuno produsse lo cavallo ch’è atto a le battallie. Unde li dii iudiconno che era mellio la pace per li omini che la battallia, e che Pallade dovesse dare lo nome a la città et ella la nominò Alene dal nome suo: imperò che Pallade è chiamata Atene; cioè
immortale; e però dice l’autore che del nome di quella città fu
tanta lite tra li dei. Et unde ogni scienzia disfavilla; cioè e da la
quale città d’Atene risplende ogni scienzia: imperò che in essa era
lo studio in tutte l’arti, come ora a Parigi. Ecco per descrizione àe
manifestato lo nome de la città d’Atene, nella quale stetteno li savi
che composeno libri de le scienzie, li quali traslatati di greco in
latino ànno inluminato lo mondo. Vendica te di quelle braccia ardite; cioè di quil giovano ardito, Ch’abbracciar nostra fillia; come
ditto è di sopra ne la istoria, o Pisistrato; questo è lo nome del
duca d’Atene, lo quale finge l’autore che li parea che chiamasse per
nome. E ’l signor; cioè Pisistrato, mi parea; a me Dante ne la
mia visione, benigno e mite; cioè misericordioso e mansueto, Risponder lei; cioè rispondere a lei; cioè a la duchessa, con viso temperato; cioè non turbato, nè mosso a furore: Che farem noi a chi