Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/430

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   420 p u r g a t o r i o   x v i i i. [v. 16-39]

quale si muove come ’l fuoco che si muove in alto. Per la sua forma; cioè per la sua forma specifica, cioè per lo suo esser distinto dall’altre cose create, secondo natura a lui dato, ch’è nato a salire; cioè la forma del fuoco naturalmente monta: imperò che di natura de le cose leggieri è montare; questo che seguesi dè accostare a quello Poi come il foco muovesi in altura, Là dove più in sua materia dura; e così si dè intendere che là dov’è maggiore, più monta in su; e però dice: Là dove più in sua materia dura; cioè quive, u’ elli à maggiore vigore per più di materia ch’elli abbia, quive più si inalsa; e la cagione è ditta di sopra. Lo fuoco in materia è lo nostro che noi usiamo; ma lo fuoco sensa materia àe la spera sua di sotto a la luna tra l’etere e la luna, e però infine quive s’affatica di montare: ma quando è quive sta quieto, perch’è nel suo sito naturale. Così l’animo preso; dal piacere de la cosa obietta, entra in disire; cioè in desiderio entra de la cosa che li piace; et assegna la cagione: Chè; cioè imperò che, moto spirital; cioè lo movimento de lo spirito, giammai non posa; cioè giammai non sta contento, Fin che la cosa amata il fa gioire; cioè lo fa avere contentamento di sè: come ’l fuoco che mai non posa, in fin che non è ne la sua spera; così l’amore, infin che non à la cosa amata. Or ti puote apparer; cioè a te Dante può esser manifesto per quello ch’è ditto, quanto è nascosa La verità a la gente, che avvera; cioè che pone per vero, Ciascun amor in sè laudabil cosa; questo è l’errore, del quale fece menzione al principio; che molti ingannati affermavano che ogni amore in sè era buono, e moveansi da questo. L’animo non ama se non le cose che li apparecchia l’apprensiva, e l’apprensiva nolli apparecchia se non le cose ch’ànno vero essere, e le cose ch’ànno vero esser sono buone, dunqua ogni amore è buono; e questo errore l’autore nostro solve per quello che seguita, dicendo cosi: Però che forse appar la sua matera Sempre esser buona; e per questo si appar; si manifesta in parte l’errore: imperò che molte cose paiano quil che non sono; cioè paiano buone e sono rie; e così s’inganna l’apprensiva e l’animo che ne pillia piacere. Adiunge l’altra parte in che sta anco l’errore; cioè che, pognamo che l’obietto sia buono, l’animo può operare in quello obietto indebitamente o per troppo o per poco, e così erra come dimostrato fu nel precedente canto; e però adiunge: ma non ciascun segno È buono, ancor che buona sia la cera1; parla per similitudine: come lo gattivo

  1. vv. 34-39. Torquato Tasso nelle sue Considerazioni sopra le canzoni del Pigna, ricordando questi versi, ragiona così «Chiama qui Dante materia; cioè cagion materiale, la bellezza che è oggetto generante l’amore, perchè sebbene, secondo i Peripatetici, l’oggetto è cagione produttrice; nondimeno è dottrina de’ Platonici, ai quali per avventura Dante ebbe in questo luogo