Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/440

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induce uno altro esemplo de le storie romane, lo quale scrive Lucano nel libro iii, dicendo che, poi che Cesari ebbe perseguitato Pompeio in fine a le fine d’Italia, e cacciatolo d’Italia, sentendo che in Ispagna Petreio et Affranio tenevano una città che si chiamava Ilerda per lo senato, e tutta l’altra parte occidentale era a sua devozione, con tutto lo suo esercito se n’andò tostamente in Ispagna con tanta festinanzia, che sarebbe vastato ad uno corrieri non che ad uno duca co l’esercito; e pervenuto a Marsilia1, e lassòvi Bruto per capitano e suo vicario de l’esercito, che arrecasse lo fatto di Marsillia a fine, et elli se n’andò in Ispagna et in breve tempo acquistò Ilerda e tutta la Spagna, e vennesene a Roma, et in quil mezzo Bruto combattette coi Marsilliesi. E vinto prima Bruto in terra, arrecatosi poi a combattere con loro in mare, li sconfisse e subiugolli a Cesari, sicchè tutta la parte occidentale rimase poi libera sotto la signoria di Cesari. E queste cose funno fatte con grande sollicitudine, e però finge l’autore che quelli du’ dinanti raccontasseno questo esemplo, che fu di grande sollicitudine; e però dice: e Cesari; cioè Giulio Cesare che fu lo primo imperadore de’ Romani, dal quale tutti li altri imperadori sono nominati Cesari, per suggiugar Ilerda; cioè quella città ch’è in Ispagna, Punse Marsillia: imperò che l’assediò e lassolla assediata a Bruto, e poi corse in Ispagna; cioè, poi che ebbe punto Marsillia, se n’andò in Ispagna ad Ilerda. Ratto, ratto; diceano quelle due anime, sollicitando l’altre; cioè: Andate, che ’l tempo non si perda; finge questo l’autore, per mostrare la grande buona vollia dell’anime che si purgano; ma nel purgatorio non si può perder tempo; ma elli lo dice allegoricamente, insegnando come quelli del mondo debeno solicitare l’uno l’altro, per uscire del peccato dell’accidia, Per poco amor; ecco la cagione che fa li omini pigri al bene; cioè lo poco amore; ma mellio è che s’intenda pur delli altri e non di quelli primi du’, e però si può dire: gridavan li altri; cioè l’altre anime ch’erano di rieto, appresso; cioè di po ’l dire dei du’ primi gridavano li altri, sollicitando: Ratto ratto andiamo a la nostra purgazione, sicchè ’l tempo non si perda per poco amore, come si perdette nel mondo, Che studio di ben far; cioè sicchè lo studio; cioè la solicitudine del ben fare, grazia rinverda; cioè rinnuovi e rinvigorisca in noi la grazia di Dio: imperò che, quanto più ben s’aopera, tanto più crescie2 la grazia: ogni fervore di carità acquista grazia nuova; e così cresce la grazia, come cresce la carità.

C. XVIII — v. 106-117. In questi quattro ternari lo nostro au-

  1. C. M. a Marsillia; e trovato che i Marsiliesi volevano obedire lo senato, e non lui, assediò Marsilia e lassòvi Bruto
  2. C. M. cresce