Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/530

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C O M M E N T O

Già era l’Angel dietro a noi rimaso ec. In questo xxii canto lo nostro autore finge come del quinto cerchio montò al sesto, nel quale si purga lo peccato de la gola. E principalmente si divide in due parti: imperò che prima finge come Virgilio e Stazio, montando al sesto cerchio, vanno ragionando insieme dell’amicizia e de la conversione di Stazio; ne la seconda Stazio dimanda Virgilio d’alquanti poeti dei quali Virgilio risponde, e dichiara l’autore di quil che trovonno nel sesto cerchio, e quello che diceano de la virtù de l’astinenzia, quive incominciando: Tu dunque, ec. La prima, che serà la prima lezione, si divide in cinque parti: imperò che prima finge come già montavano al sesto cerchio; ne la seconda finge che Virgilio incominciasse a ragionare con Stazio de la loro amicizia, quive: Quando Virgilio cominciò ec.; ne la tersa finge come Stazio risponde al ditto di Virgilio, quive: Queste parole ec.; ne la quarta finge come Virgilio dimanda Stazio de la sua conversione quando si fece, quive: Or quando tu cantasti ec.; ne la quinta finge l’autore come Stazio risponda a Virgilio sopra la ditta dimanda, quive: Et elli a lui: ec. Diviso lo canto e la prima lezione, ora è da vedere l’esposizione litterale, allegorica e morale.

C. XXII — v. 1-9. In questi tre ternari1 finge come già montavano del quinto circulo del purgatorio nel sesto; e come quelli spiriti del quinto cerchio cantavano, rallegrandosi del montamento loro; e come elli si sentia molto più leggeri che prima, purgato già del peccato dell’avarizia, dicendo cusì: Già era l’Angel dietro a noi; cioè a Virgilio, Stazio et a me Dante, rimaso; cioè nel quinto girone del quale non si partia, come guardia di quello; e per questo dà ad intendere che già montavano al sesto, e dichiara quale angiulo era, dicendo: L’Angel che n’avea volti; cioè noi, al sesto giro; del purgatorio dove si purga lo peccato de la gola, secondo che mostrato è di sopra: in tutti li balsi del purgatorio àe finto che stia uno angiulo a guardia, per dare ad intendere che coloro che sono in atto di penitenzia, se si conservano ne la grazia di Dio, sono guardati da l’angiulo de le insidie2 del dimonio e confortati al bene fare; e così prega la santa Chiesa, quando dice: Visita, Domine, habitationem istam, et omnes insidias inimici ab ea repelle. Angeli tui sancti habitent in ea, qui nos in pace custodiant; et benedictio tua sit super nos semper. Amen. — , Avendomi dal viso; cioè mio, dice Dante, un pecco; cioè uno P, che significa lo peccato de la

  1. C. M. ternari lo nostro autore finge
  2. C. M. dall’insidie