Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/578

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73Sì lassò trapassar la santa greggia1
     Forese, e dietro meco sen veniva
     Dicendo: Quando fie ch’io ti riveggia?
76Non so, rispuos’io lui, quant’io mi viva;2
     Ma già non fi’ il tornar mio tanto tosto,3
     Ch’io non sia col voler prima a la riva:
79Però che ’l loco, u’ fui a viver posto,
     Di giorno in giorno più di ben si spolpa,
     Et a trista ruina par disposto.
82Or va, diss’el, che quei che più n’à colpa,
     Vegg’io a coda d’una bestia tratto
     In ver la valle ove mai non si scolpa.
85La bestia ad ogni passo va più ratto,
     Crescendo sempre fin ch’ella ’l percuote,
     E lassa ’l corpo vilmente disfatto.
88Non ànno molto a volger quelle rote,
     (E drizzò li occhi al Ciel) che a te fi’ chiaro
     Ciò che ’l mio dir più dichiarar non puote.
91Tu ti rimane omai, che ’l tempo è caro
     In questo regno sì, ch’io perdo troppo,
     Venendo teco sì a paro a paro.
94Qual esce alcuna volta di gualoppo4
     Lo cavalier di schiera che cavalchi;
     E va per farsi onor del primo intoppo;5
97Tal si partì da noi con maggior valchi,
     Et io rimasi in via con essi due,
     Che fur del mondo sì gran mariscalchi.6

  1. 73. C. M. C. A. lasciò
  2. v. 76. C. A. risposi lui, quanto
  3. v. 77. C. A. fia il tornar mio sì tosto,
  4. v. 94. C. A. galoppo
  5. v. 96. C. M. E fa
  6. v. 99. C. M. C. A. maliscalchi.