Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/598

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19Allor siguramente apri’ la bocca,1
     E cominciai: Come si può far magro
     Là dove l’uopo del nodrir non tocca?2
22Se t’ammentassi come Meleagro
     Si consumò al consumar d’un stizzo,
     Non fora, disse, a te questo sì agro;3
25E se pensassi come al vostro guizzo4
     Guizza dentro a lo specchio vostra image,5 6
     Ciò che par duro ti parrebbe mizzo.7
28Ma perchè dentro tuo voler adage,
     Ecco qui Stazio; et io lui chiamo, e prego
     Che sia or sanator de le tue piage.
31Se la vendetta eterna li dispiego,8 9
     Rispuose Stazio, là dove tu sie,
     Discolpi me non poterti far nego.
34Poi cominciò: Se le parole mie,
     Fillio, la mente tua guarda e riceve,
     Lume ti fiero al come che tu die.10 11
37Sangue perfetto, che poi non si beve
     Dall’assetate vene, e si rimane
     Quasi alimento che di mensa leve,
40Prende dal cuor a tutte membra umane12
     Virtute informativa, come quello
     Ch’a farsi quelle per le vene vane.13 14

  1. v. 19. C. A. sicuramente aprii
  2. v. 21. C. M. C. A. nutrir
  3. v. 24. C. M. Non fora questo a te, disse, sì agro:
  4. v. 25. C. A. al nostro guizzo
  5. v. 26. C. A. allo specchio nostra
  6. v. 26. Image; terminato in e per uniformità, come ambage ec. E.
  7. v. 27. C. A. vizzo.
  8. v. 31. C. A. veduta eterna gli dislego,
  9. v. 31. Dispiego; dispiegò, manifestò interpreta il nostro Butese; e gli antichi adoperavano talora senza accento la terza persona singolare del perfetto nella prima coniugazione. Il Barberino «Mi battea come vile; Iddio ne ’l pago» E.
  10. v. 36. C. A. fieno
  11. v. 36. Die, dii; dall’infinito dire, come sente e senti, pure adoperato in antico al presente indicativo. E.
  12. v. 40. C. A. nel core
  13. v. 42. C. A. Che frange quello
  14. v. 42. Vane; terza persona singolare vae, da vaere, o vaire frammessovi l’n, affin di riposare la voce, come in àne, ene per àe, ee. E.