Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/823

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non est — . ma chi n’à colpa; di questa rottura e di questa divisione, creda Che vendetta di Dio non teme suppe. Questo dice, perchè è vulgare opinione dei Fiorentini, non credo di quelli che senteno; ma forsi di contadini, o vero che sia d’altra gente strana; unde l’autore lo cavò non sò: non dè essere che non sia, dà che l’à posto; che se alcuno fusse ucciso, et in fra li 9 di’ dal di’ de l’uccisione l’omicida mangi suppa di vino in su la sepoltura, li offesi non ne possano mai fare vendetta; e però quando alcuno vi fusse morto, stanno li parenti del morto 9 di’ a guardare la sepoltura, acciò che li nimici non vi vegnino o di di’ o di notte a mangiarvi suso la suppa; e però dice l’autore che la vendetta di Dio non à paura d’essere impedita per suppe, ch’ella pur verrà ad effetto, che chi arà divisa la Chiesa ne patirà la pena per la iustizia di Dio. Non sera d’ogni tempo senza ereda L’aquila: cioè lo imperio non serà d’ogni tempo sensa imperadore; questo dice, perchè quelli ch’erano al suo tempo non erano imperadori: imperò che solea lo imperadore dirissare, unire e racconciare la Chiesa; ma al suo tempo de l’autore stavano sudditi a la Chiesa e non ardivano di correggerla sì, che non erano imperadori, che; cioè la quale aquila, lassò le penne al carro; questo dice, perchè Costantino dotò la Chiesa, come ditto è stato di sopra, Per che; cioè per la qual cosa, divenne mostro; cioè lo ditto carro: mostro è cosa che viene contra l’uso de la natura, contra l’uso de la natura è che il carro dovesse essere di nudo diventato pennuto e mettesse le sette suoe teste co le corna fuora, come detto fu di sopra, e poscia preda: imperò che fu menato via dal gigante, come ditto fu e sposto di sopra, Ch’io veggio certamante; cioè io Beatrice, e però ’l narro; cioè e però lo dico, già stelle propinque, Sigure d’ogn’intoppo; cioè d’ogni contraponizione, e d’ogni sbarro; cioè d’ogni ritenimento; cioè che non aranno impaccio veruno, A darne tempo; cioè a producere uno tempo, Nel quale; cioè tempo, un cinquecento; la lettera D rilieva 500, sicchè per questo intende uno D; diece, la lettera X rilieva diece, e per questo intende uno X; e cinque, la lettera V rilieva 5, e per questo intende uno V, sì che per queste 3 lettere DV et X intende questo nome DVX; sicchè per questo intende: Nel quale tempo uno duca1, et uno2 signore, Messo; cioè mandato, da Dio anciderà la fuia; cioè la meretrice, per la quale intende lo papa e la corte di Roma fuggitiva, che è fuggita, per mellio adulterare con lui, da Roma in Francia, Con quel gigante; cioè col re di Francia, lo quale figurò di sopra gigante, che; cioè lo quale, con

  1. Forse non è lontana la pienezza dei tempi in che questo Duca, attuando il concetto del massimo nostro Poeta, arrecherà pace all’Italia e all’Europa. E.
  2. C. M. uno duca cioè uno signore,