Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/85

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c a n t o    iv. 75

52A seder ci ponemmo ivi ambedui
     Volti a levante, ond’eravam salliti,
     Che suole a riguardar giovar altrui.
55Li occhi prima drizzai ai bassi liti,
     Poscia li alzai al Sole, et ammirava
     Che da sinistra n’eravam feriti.
58Ben s’avvidde il Poeta che io stava1
     Stupido tutto al carro de la luce,
     Ove tra noi et Aquilone entrava.
61Ond’elli a me: Se Castor e Polluce
     Fossero in compagnia di quello specchio,
     Che su e giù del suo lume conduce,
64Tu vedresti il Zodiaco rubecchio
     Ancora all’Orse più stretto rotare,
     Se non uscisse fuor del cammin vecchio.
67Come ciò sia se il vuoi poter pensare,
     Dentro raccolto imagina Sion
     Con questo monte in su la terra stare,
70Sì ch’ambedu’ ànno un solo orizzon,
     E diversi emisperi, onde la strada,2
     Che mal non seppe carreggiar Feton,
73Vedrai come a costui convien che vada
     Dall’un, quando a colui dall’altro fianco,
     Se lo intelletto tuo ben chiaro bada.
76Certo, diss’io, Maestro mio, unquanco
     Non vidd’io chiaro, sì com’io discerno,
     Là dove mio ingegno parea manco:
79Chè il mezzo cerchio del moto superno,
     Che si chiama Equatore in alcuna arte,
     E che sempre riman tra il Sole e il verno,

  1. v. 58. C. A. Ben s’accorse il
  2. v. 71. C. M. onde è la strada,