Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/247

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136 ARISTOFANE



servo b

Non è brutta, l’idea. Solo una cosa
Dunque, dirò. Noi due s’ ha per padrone
vecchiettino bisbetico e sordastro.
Questi, lo scorso mese, comperò
un servo, il conciapelli Paflagone,
furbo e calunniator quant’altri mai.
Costui, capiti i deboli del vecchio,
da bravo cuoiopaflagon, si fece
sotto al padrone, e cominciò a lisciarlo,
adularlo, ciurmarlo con limbelli
di cuoio putrefatto. E gli diceva:
« Discussa appena una sol causa, oh Popolo,
fa’ il bagno, sgrana, succhia, rodi, intasca
i tre oboli. Vuoi che t’ammannisca
la cena? » Ed arraffato ciò che aveva
apparecchiato qualcuno di noi,
se ne faceva bello col padrone,
il Paflagone! E non è molto, quando
ebbi impastata in una pila quella
pizza spartana, questo fior di birba
mi mise in mezzo, me la prese, e offri
chiediamo a loro, che ci lascin leggere
sui.loro volti, se son soddisfatti
delle nostre parole e dell’azione.

servo a

uno zotico strano un mangiafave
irascibile: Popolo pniciano,