Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/70

Da Wikisource.

PREFAZIONE LXVII

troverà sempre un po’ di tempo da curare la sposa legittima. — No, sembra rispondesse la Commedia (181): Confuterò le tue ragioni. Un tempo, pur avendo pe’l capo un’altra donna, s’occupava di me, di quando in quando; ma ora, un po’ l’età, molto il bicchiere, non ci posso contare affatto affatto. Abboccamento di Cratino con gli amici che lo rimproverano: «Tu trascuri troppo tua moglie per quella femminuccia; o — uscendo di metafora —: per quel maledetto bere tu non sei più il poeta d’una volta. Oh smetti! ». « Ma se il vino — rispondeva il vecchio — è l’anima della poesia! Chi beve acqua non farà mai nulla di buono!» (Framm. 199; cfr. Kock). Gli amici dubitano; e allora, per dimostrare la sua tèsi, il poeta s’abbandona al proprio estro, e così impetuosi gli sgorgano i versi dalle labbra, che un amico — si ricordi la similitudine di Aristofane — esclama (186): Che torrente di versi, o nume Apollo! Romoreggian le fonti, dai suoi labbri dodici polle, dalle fauci sgorga tutto un Ilisso. Oh che vi devo dire! Tappategli la bocca, od ogni cosa con un fiume di carmi inonderà! 11 primo argomento degli amici è dimostrato falso. Essi pensano allora a qualche altro espediente (187):