Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/9

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VI PREFAZIONE

solo nei drammi comici greci e latini sopravvissuti integri o in frammenti1, ma in tutta una serie d’opere letterarie, che, secondo ha ineccepibilmente dimostrato Ermanno Reich2, attinsero alla tradizione mimica. Altri sussidi troviamo in una quantità di monumenti figurati, tra cui devono in primissimo luogo annoverarsi le rappresentazioni ceramiche di scene fliaciche3.

II

Fra i tipi più interessanti che animarono quella originaria commedia dell’arte, va ricordato il cerretano, di cui abbiamo già fatto cenno. Un vero Dulcamara. Arrivava da lontano a corbellar la fiera; e i gonzi a sentire la sua pronuncia esotica andavano in estasi:

     Se viene un medico
     paesano, e ci dice: «A quel malato
     dategli una scodella di tisana»,
     lo disprezziamo. Ma se lo sentiamo
     dir «scotella» e «disana», rimaniamo
     a bocca aperta. E così via. Se dice
     « bietola», e chi gli bada? Dice «pieta»?
     Siam tutt’orecchi! Come se non fossero
     bietola e pieta, zuppa e pan bagnato!

  1. Cfr. Origine ed elementi, p. 100.
  2. Der Mimus, Berlino. Weidmann. 1903.
  3. V. Heydemann, Phlyakendarstellungen, in «Jahib. d. Inst.», 1886 p. 282 sg. Si veda anche il mio studio: La commedia di Pulcinella nell’antica Grecia nel volume Nel regno di Diòniso (Bologna, Zanichelli).