Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/205

Da Wikisource.
202 ARISTOFANE



filocleone

tragico.
No, non promettermi nulla di ciò!
D’altro il mio cuore nutre desio!
Deh, là foss’ io
dove grida l’araldo: « Sorga in piè
chi ancora non votò!»
Deh! Presso l’urna fossi, pur l’ultimo,
a dare il voto! T’affretta qui,
anima! Ahi, l’anima dove fuggi?
Ombra, la via mi sgombra!
Ché smascherare vorrei Cleone
davanti ai giudici, quant’è ladrone!
Si raccoglie in atto di profonda disperazione.

schifacleone

Oh, santi Numi! E dammi retta, babbo!

filocleone

Darti retta? E in che mai? Di’ quel che vuoi,
tranne una cosa!

schifacleone

E quale, dimmi un po’?

filocleone

Di non fare più il giudice! Di questo
giudichi, pria ch’ io mi v’ induca, l’Orco!