Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu/122

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LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA 119

Le Donne alla festa di Dèmetra ( Tcsmoforiazu^e) furono scritte poco tempo dopo la Lisistrata: e nel complesso sono una satira letteraria contro Euripide ed Agatone. NellAgatone aristofanesco troviamo un mirabile esempio di caricatura personale. Per apprezzarla, bisogna conoscere il modello: onde cercherò d’abbozzare in pochi tratti la figura di questo non grande, forse, ma certo singolare scrittor di tragedie. La tradizione ce lo presenta sotto luce assai favorevole. Nel Simposio platonico lo vediamo festeggiato per una sua vittoria nell’agone tragico, e tutti i convitati gareggiano nel dargli prove di simpatia e di stima. Dopo che il giovane trionfatore ha finito il suo discorso, Socrate, con una innegabile punta d’ironia, ma pur con qualche fondo di serietà, dichiara di sentirsi molto imbarazzato a dover parlare dopo un oratore cosi forbito ed elegante. Nelle Donne alla festa di Dèmetra, Aristofane lo burla più per la mollezza dei costumi che per l’arte; e senza troppo agro; e nelle Rane lo riconosce poeta valente e di razza. Delle sue tragedie ci restano pochissimi frammenti; e non offrono solida base a un giudizio. Alcuni sono filosofici, di abbastanza ovvia filosofia. Per esempio: