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160 ARISTOFANE


Sacro signor del pelago,
Posei’don, tu esci
dall’antro dove i turbini
volvonsi, asii dei pesci.
Qui, di Nerèo marine
figlie, qui, montanine
Ninfe! E tu segui, o celerà
d’ oro, coi tuoi tinniti,
le preci nostre! E possano,
tutti compiendo i riti,
d’Atene le matrone
tener questa concione!

sacerdotessa

Gli Olimpi Dei si preghino, e le olimpie
Dive, e i pizi e le pizie, e i deli e le
delie, e gli altri Celesti, che se alcuno
macchina qualche cosa contro il sesso
femminile, o patteggia con Euripide
oppur coi Persi, a danno delle femmine,
O vuol farsi tiranno, o ricondurre
1 tiranni, o denunzia se qualcuna
s’è procurato di nascosto un bambolo:
se fa una serva la mezzana, e poi
tutto all’orecchio del padron rifischia,
oppure porta un’ambasciata falsa:
se un seduttore una ragazza abbindola
e manca alle promesse: se una vecchia
mantiene un drudo: se una riceve
l’amante d’un’amica, a tradimento:
se un oste od un’ostessa la misura
altera del boccale o del quartuccio: