Pagina:Comnena - Alessiade, 1846, tomo primo (Rossi).djvu/7

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PROLOGO. 5

meco si concilieranno allettati forse dalle commendazioni, di non trarre motivo di letizia o di lamentele anzi dal mio giudizio che dalla verità e fedeltà dell’esposto. Nè addosso di me chiosatrice d’una pubblica rimembranza, sotto la censura di testimoni oculari, parte de’ quali esistono tuttavia, e parte furono de’ viventi o genitori o institutori od avi, e fornita di valide pruove in conferma di quanto asserisco, opinino doversi versare la colpa di questa o quella piega che prenderà la mia narrazione, rispondente appuntino alla verità delle narrate geste.

V. Ora m’è uopo manifestare per quale congiuntura sienmi pervenute le più esatte notizie delle paterne imprese. Io ebbi a marito legittimo Niceforo Cesare, la cui schiatta retrocede infino ai Brienj, uomo ben superiore ad ogni altro de’ suoi tempi e per venustà di forme, e per somma prudenza, e per affinamento di dottrina, apparendo un vero prodigio a tutti coloro cui era dato il vederlo ed ascoltarlo. Ma per non soverchiamente digredire torniamo a bomba.

VI. Questi, sopra ogni altro chiarissimo, prestando i suoi militari servigi a Giovanni Augusto, mio fratello, in più guerre contro ai barbari, come pure in quella contro l’antiocheno presidio, e