Pagina:Compendio del trattato teorico e pratico sopra la coltivazione della vite.djvu/179

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la vinaccia dal robinetto del tubo da scaricare, e ben nettare il lambicco, le parti che restano danno all’acqua-vite, che si deve rifare un cattivissimo gusto. Quando la distillazione è cominciata, non può essere interrotta, ma deve continuare la notte, malgrado gli accidenti che possono presentare i lumi tra le mani degli operaj, sulla cui prudenza è impossibile di contare. Ora, per evitare ogni pericolo, e i timori che deve avere un proprietario, bisogna attaccare un riverbero tanto alto, che l’operajo non possa arrivarlo.

I vini differiscono talmente tra loro, ch’è impossibile determinare in una maniera precisa la quantità di acqua-vite, che si deve ritirare da un’abbruciata. Nell’Angoumois, si ricavano in trenta volte da ventiquattro a ventisei pinte di acqua-vite prima, e trenta, quaranta della seconda. In Languedoc, da un’abbruciata a un dipresso eguale, si ricavano quaranta pinte di Paris di acqua-vite di prima qualità, ed altrettanta della seconda.

Per evitare le frodi nel titolo, ed avere per tutto la stessa maniera di operare, il consiglio nel 1755 pubblicò un decreto, che obbligava estrarre le acque-vite sino al quarto, compresa la guarnitura. Cioè ogni sedici boccali di acqua-vite forte, non ve ne sarebbero, che quattro della seconda. Così ogni volta che l’acqua-vite forte comincia a perdere, il fabbricatore sa colla sua misura quanta n’è entrata nella conca. Se sono venti pinte, se ne lasciano scorrere altre cinque, questo è cavare sino al quarto, e si conserva per ripassarla, l’acqua— vite, che viene dopo. Tutte le acque-vite, ottenute con semplice abbruciata, le quali conser-