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Adriatico senza trovare due Appennini,» o per meglio dire senza incontrare una notevole contropendenza fra l’Arno e la Sieve.

Questa contropendenza era in ultima analisi l’ostacolo principale che si opponeva all’attuazione dell’unanime desiderio di condurre la Direttissima addirittura a Firenze.

Ora possiamo domandare: se questa contropendenza potesse sopprimersi, ottenendo un tracciato più breve, meno costoso ed anche meno diffìcile di quello indicato dal Comm. Protche, non sarebbe conveniente di ritornare al concetto primitivo di condurre la Direttissima addirittura a Firenze, affinchè il movimento di transito, che è il maggiore, abbia minori vincoli di soste e di coincidenze, e possa effettuarsi quasi tutto d’un flato fra Bologna e Firenze?

Ecco il problema che si affaccia alla mente di chi osserva i gravi inconvenienti a cui darebbero luogo, sia la Direttissima per Prato, come quella per Pontassieve, e che abbiamo tentato di risolvere colle varianti per Barberino alle linee indicate.

Queste varianti si compongono d’un primo tronco d’accesso all’Appennino, passando per Barberino, comune ai vari tracciati delle medesime, a partire dalla stazione di Firenze (P. C.) fino a raggiungere la Stura presso Casaglia, e degli allacciamenti di detto tronco alle linee Protche e Zannoni per i monti Citerna e la Futa.

§ V. Tronco comune per Barberino. — Il tracciato del tronco d’accesso all’Appennino (fig. 14) partendo in salita del 12 per mille dall’ingresso verso Bologna della stazione di Porta alla Croce (presso la già Porta Pinti chilom. 1, H), valica il Mugnone, sorpassa le vie urbane che incontra, e, dopo aver descritto un semicerchio sui colli di Montughi, ritorna in vai di Mugnone presso il Pino.

Da questo punto il tracciato si mantiene sulla destra del torrente suddetto, prima sulle salde roccie di Monte Rinaldi e poi al piede della falda, fino a raggiungere, al di là del fosso di Basciano, il Rio di Sant’Andrea o del Mugnonello, ove incomincia la galleria da aprirsi sotto Pratolino per passare nella valle del Carza.

Questa galleria, che trova presso l’imbocco e negli influenti del Carza notevoli depressioni che rendono agevole, rimpianto di numerosi pozzi, risulta della lunghezza di M. 7,750, ossia di circa M. 800 più breve della galleria di Ronco sulla succursale dei Giovi (fig. 15), ed in analoghe condizioni per la profondità dei pozzi e per la lunghezza dei nuclei principali.

Giunta in tal modo alla stazione di Vaglia, da impiantarsi presso lo sbocco della galleria sul ciglio destro del Carza, la nuova linea passa a contatto della ferrovia Faentina (chilom. 21, G) poco prima di attraversare il torrente accennato presso Tagliaferro. Da questo punto il tracciato procede in orizzontale fasciando i colli che fiancheggiano la strada Bolognese fino a raggiungere la Sieve presso Campiano.

Rimane così soppressa la tanto temuta contropendenza fra la Sieve e Pratolino, o, per dir meglio, resta scemata al punto da non costituire più un vizio altimetrico della via; poiché l’altezza perduta è minore di quella che corre fra le stazioni di S. Maria Novella e di Porta alla Croce a Firenze.

I saldi colli su cui poserebbe tale tratto di strada, fra Tagliaferro e Campiano, sono a ripide falde in alcuni tratti rocciosi, e tagliati a guisa di dentiera nei pressi di Cafaggiolo da valloncini di poca larghezza.

II profilo risultante dal tracciato indicato è però suscettibile di notevoli miglio-